Banca Carige cede 56 dipendenti a Credito Fondiario

07 February 2018 IN Attualità , Mercati e Finanza
Banca Carige cede 56 dipendenti a Credito Fondiario

E' stato raggiunto l'accordo tra Banca Carige e le organizzazioni sindacali sulla cessione di 56 dipendenti a Credito Fondiario nell'ambito dell'accordo di vendita della piattaforma di servicing della banca ligure. L'intesa, secondo quanto ha appreso l'agenzia Mf-DowJones, prevede il mantenimento per le risorse del contratto del credito. Credito Fondiario ha di recente acquistato da Banca Carige un portafoglio di crediti in sofferenza per un valore nominale lordo di 1,2 miliardi di euro e siglato un accordo di acquisto della piattaforma di gestione dei non performing loans (Npl) pagandola oltre 30 milioni di euro. In base alle ultime informazioni disponibili, Credito Fondiario rimane in attesa dell'autorizzazione di Banca d'Italia e il percorso dovrebbe concludersi entro aprile. La società ha anche siglato un contratto decennale in base al quale gestirà il 90% degli Npl di Carige. Avrà una base operativa a Genova che le permetterà di estendere il raggio di attività. E' soddisfatta la First-Cisl, anche se l'intesa raggiunta solleva perplessità circa la scelta di non impostare una gestione in house dei crediti. "In un momento nel quale le banche sembrano avere in mente solo di liberarsi in fretta degli Npl e dei lavoratori che li gestiscono, anche a costo di buttarli fuori dall'area del credito è fondamentale aver sancito la tenuta contrattuale dentro al settore del credito per i 56 dipendenti coinvolti nella vendita delle sofferenze di Carige, anche se continuiamo a ritenere illogico questo genere di operazioni, quando si potrebbe invece lavorare sulla gestione paziente in house dei crediti deteriorati", ha spiegato Vilma Marrone, della segreteria nazionale della First Cisl. Pur non condividendo il senso di simili operazioni, ha aggiunto Alessandro Mutini, responsabile della First Cisl in Banca Carige, "abbiamo ritenuto fondamentale quanto meno garantire ai lavoratori, che passano al Credito Fondiario per gestire gli 1,2 miliardi di crediti deteriorati già venduti e altri Npl tuttora in Carige, di poter proseguire la loro attività senza soluzione di continuità, con ampie garanzie occupazionali, anche rispetto alla sede di lavoro, che rimane a Genova, e senza subire peggioramenti sul piano contrattuale". E' stato, inoltre, pattuito che nel caso si verifichino tensioni occupazionali, inclusa l'eventuale chiusura della sede di Genova del Credito Fondiario, Carige si impegna a riassumere i lavoratori che non fosse possibile gestire con gli strumenti volontari previsti dal contratto nazionale e dalla legge e questo per dieci anni qualora vi fosse il recesso del mandato di gestione da parte di Carige e fino al 30 aprile 2021 se le problematiche si verificassero, invece, direttamente nel Credito Fondiario. Proprio Credito Fondiario, con Panfilo Tarantelli al vertice della catena partecipativa, secondo quanto è emerso ieri dalle comunicazioni della Consob, ha azzerato la quota del 5,397% detenuta in Carige con l'aumento di capitale. Il 25 gennaio è la data precisa di uscita dal capitale dell'istituto ligure. A Piazza Affari il titolo Banca Carige resta depresso (-2,38% a 0,082 euro) come tutti gli altri titoli bancari.

Si cedono non solo crediti ma anche lavoratori

In un momento nel quale le banche sembrano avere in mente solo liberarsi in fretta degli Npl e dei lavoratori che li gestiscono, Banca Carige garantisce ai lavoratori, che passano al Credito Fondiario per gestire gli 1,2 miliardi di crediti deteriorati già venduti e altri Npl tuttora in Carige, di poter proseguire la loro attività, anche rispetto alla propria sede di lavoro, che rimane a Genova, e senza subire peggioramenti sul piano contrattuale.
 
Chapeau!
 
Fonte: milanofinanza.it

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