Esiste l’equità di genere nel mondo del lavoro?
Secondo i dati emersi dal Rapporto Istat 2018 sulla condizione occupazionale dei laureati esistono ancora oggi importanti disuguaglianze tra le due categorie di genere: a 5 anni di distanza dal conseguimento del titolo di laurea magistrale ad esempio, il tasso di occupazione maschile è pari al 91% e quello femminile all’86% e i contratti a tempo indeterminato riguardano il 60% degli uomini e il 50% delle donne. Da alcune analisi effettuate da parte della Banca Mondiale emerge che solo 6 nazioni vantano l’equità di genere e tra queste non c’è l’Italia; si parla, invece, di Belgio, Danimarca, Francia, Lettonia, Lussemburgo e Svezia.
Nella nostra società, nonostante i percorsi lavorativi delle donne siano in evoluzione e nonostante il costante incremento dei tassi di partecipazione femminile al mercato del lavoro, persistono ancora oggi problemi e ambivalenze che rendono complicata la conciliazione tra responsabilità familiari ed impegni lavorativi. Le disuguaglianze nella partecipazione al mondo del lavoro sono più marcate quando le donne hanno uno o più figli piccoli poiché questi ultimi necessitano della figura materna in diversi momenti della giornata a discapito della presenza delle mamme lavoratrici sul posto di lavoro. In termini contrattuali e di stabilità lavorativa purtroppo oggi avere un figlio può rappresentare, ingiustamente, un limite.
Come affermano alcuni studi e alcune analisi vi è un evidente svantaggio femminile con una sotto rappresentazione delle donne nelle funzioni più qualificate e prestigiose: in Europa solo un terzo delle posizioni manageriali e ruoli direttivi di aziende e meno di un decimo dei posti nei Consigli amministrativi sono appannaggio delle donne, compresa la politica.
Le donne, spesso, si inseriscono in settori e posizioni che garantiscono minor riconoscimento sociale, carriere più modeste, meno remunerative, più brevi e frammentate, esposte quindi alla precarietà contrattuale e alla riduzione dell’orario di lavoro. Sono quindi le evidenze empiriche a sottolineare con forza la mancanza di un’uguaglianza sostanziale.
Nonostante i numerosi ostacoli, la burocrazia e le difficoltà nel conciliare vita familiare e impegni professionali, le lavoratrici italiane sono caratterizzate da un alto grado di attaccamento al proprio lavoro che risulta essere tra i più alti d’Europa: il 52% si dichiara soddisfatta della propria occupazione.
Le imprese italiane guidate da donne
Stando ai numeri dell’ultima analisi realizzata da Confcommercio in collaborazione con Unioncamere, le imprese femminili in Italia, ad oggi, sono 1,3 milioni, in aumento del 2,7% rispetto a 5 anni fa. Questo ‘motore rosa’ genera, di conseguenza, occupazione per oltre 3 milioni di addetti. Secondo i dati Unioncamere a fine 2018 il 21,9% delle imprese sono femminili, quindi condotte o a prevalenza di conduzione da parte di donne.
Un buon traguardo, ma nonostante questo aumento di figure femminili nelle aziende italiane, dalla stessa ricerca si evince che sono ancora poche coloro che arrivano ai vertici. Infatti, ad esempio, solo una donna su 4 occupa posizione di amministratore di impresa.
Ma questo non è il caso di Business Defence, che infatti, può essere definita a tutto tondo un’azienda a conduzione femminile.
Nel 2012, Paola Marinacci, uno dei soci fondatori di Business Defence, ha dato vita a questo progetto imprenditoriale, accogliendo fin da subito nel suo Team tante figure femminili. Ad oggi, su 19 dipendenti ben 12 sono donne!
La scelta di dare spazio alle donne e valorizzarle il più possibile è stata fatta per svariati motivi; tra questi, sicuramente, spicca la capacità di queste ultime a saper cogliere in maniera scrupolosa le sfumature delle cose, a sapere comprendere al meglio gli altri e soprattutto a comunicare i propri pensieri in modo efficace. Per ottenere consenso, le donne lavorano mediamente di più, sono molto preparate e si formano continuamente per dimostrare di meritare il posto che è stato loro affidato.
Comunicazione, Empatia, Vision, Maturità, Prospettiva. Sono queste le cinque migliori qualità delle donne alla guida di una azienda, cui è giusto aggiungere determinazione e creatività, indispensabili a sviluppare progetti e nuovi mercati. Le donne, inoltre, hanno anche talento per gli affari e si dimostrano brave imprenditrici quando decidono di diventarlo.
Business Defence è tuttora condotta da Paola Marinacci che è il nostro Direttore Commerciale ed insieme a Lei altre donne conducono i diversi reparti.
Rosita Cecchetelli è a capo dell’Ufficio di Produzione, Giulia Franza conduce l’Ufficio Amministrativo: entrambi i reparti guidati e composti da sole donne. Allo stesso modo l’Ufficio Marketing.
Insomma le donne al comando fanno crescere l’utile dell’azienda e la notizia la confermano non solo le ricerche di mercato. Sono i fatti, gli eventi, le storie a ricordarci quotidianamente quanto l’apporto femminile al mondo del lavoro sia una fonte inesauribile di sorprese e ricchezza per tutti. Non dar seguito al trend positivo che le vede sempre più affermate e ai vertici della società civile, sarebbe come rinunciare ad un ottimo affare … e questo, i businessman, non lo fanno mai!
È importante e necessario dunque per la nostra azienda dare spazio e valore alle lavoratrici in quanto, sebbene i dati analizzati risultino essere abbastanza positivi, la parità di genere, tanto in azienda quanto al di fuori dell’ambito lavorativo, è un traguardo ancora lontano da raggiungere!
Presto Vi presenteremo la storia di ognuna di loro.
Fonte: BD Business Defence