I crediti incagliati superano le sofferenze
I crediti incagliati (Utp, ovvero unlikely-to-pay) hanno ormai abbondantemente superato quelli in sofferenza (Npl, non performing loans) nei bilanci delle banche italiane. Secondo gli ultimi dati semestrali relativi alle maggiori otto banche quotate in Borsa, gli Utp ammontavano a fine giugno a 34,28 miliardi mentre gli Npl scendevano a quota 23,47 miliardi. Se le sofferenze sono state abbattute, gli Utp in media sono stabili o scendono poco.
Dopo un quinquennio nel quale i crediti bancari caratterizzati dal maggior livello di deterioramento (NPL) hanno subito un drastico ridimensionamento; si è verificato infatti uno storico soprasso, per il quale ad oggi le esposizioni incagliate (Unlikely To Pay UTP) delle maggiori 8 banche italiane hanno ormai abbondantemente superato quelli in sofferenza.
Secondo quanto riportato inizialmente da Il Sole 24 Ore e ripreso dai principali quotidiani, lo stock UTP delle banche principali a fine giugno ammontava a 34,28 miliardi contro uno stock di Npl di 23,47 miliardi.
Ad oggi, a fronte della generale riduzione di NPL, sono pochi gli istituti che sono riusciti a ridurre anche gli UTP. Tra questi Intesa Sanpaolo e BancoBpm, che nell’ultimo anno li hanno ridotti rispettivamente da 13,4 a 9,4 miliardi e da 6,16 a 4,82 miliardi. Per gli altri istituti gli Utp si mantengono sui livelli di un anno fa e in alcuni casi sono addirittura aumentati (UniCredit da 12 a 13,4 miliardi). Ma per tutte le banche, ormai, gli Utp superano gli Npl.
Nonostante le numerose operazioni straordinarie di dismissione delle esposizioni deteriorate il Monte Paschi di Siena resta il fanalino di coda del sistema sia per quanto riguarda la copertura degli Utp (accantonamenti al 36,3% sui 2,5 miliardi di incagli) che in riferimento al totale dei crediti a rischio (46,9%).
Non sorprende che l’istituto che sta valutando l’acquisizione del monte, Unicredit, che presenta una copertura dei NPE molto più alta, sta realizzando una due diligence approfondita del portafoglio crediti onde evitare sorprese negative in futuro.
Fonte: Il Sole 24 Ore