25 Novembre: Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne
Siamo state amate e odiate,
adorate e rinnegate,
baciate e uccise,
solo perché donne.
(Alda Merini)
Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, non è una data scelta a caso, ma il ricordo di un brutale assassinio.
Il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana furono uccise le tre sorelle Mirabal, Patria, Minerva e Maria Teresa, attiviste politiche, per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Quel giorno le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.
Nel 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal.
La Giornata è stata ufficialmente istituita dall'Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999.
La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne. Non sempre, non ovunque, le cose sono cambiate da quel giorno: basti pensare alle bambine dell'India che quasi ogni giorno vengono stuprate e uccise, ma anche a casa nostra, dove la violenza contro le donne è spesso nascosta in ambito domestico.
La violenza contro le donne è ancora purtroppo una realtà quotidiana, tanto da meritare una giornata internazionale dedicata alla lotta per eliminare questa piaga.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità rivela che nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza.
La crisi sanitaria che stiamo vivendo ha accentuato il problema: i dati Istat mostrano una forte crescita del numero di telefonate al 1522 nel primo periodo di lockdown in Italia. Rispetto al 2019, le donne vittime che si sono rivolte al numero antiviolenza 1522 in Lombardia, ad esempio, sono aumentate del 25% nel periodo dal 1° marzo al 16 aprile 2020. Sempre in Lombardia, le donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza come nuovi contatti sono state 6545 nell’arco del 2019, più del doppio rispetto al 2013. Le nuove prese in carico hanno riguardato per circa il 44% dei casi donne residenti in provincia di Milano e Brescia.
Questi dati sottolineano la mancanza di correlazione tra sviluppo economico e sviluppo sociale.
Tuttavia, sono ancora numerose le donne che alla fine non denunciano. Questo è probabilmente legato al fatto che il 93,4% dei casi di violenza, sempre secondo i dati Istat, avviene fra le mura domestiche.
Nel Rapporto “L’allerta internazionale e le evidenze nazionali attraverso i dati del 1 5 2 2 e delle Forze di Polizia - La violenza di genere al tempo del coronavirus: Marzo - Maggio 2020”, si legge che negli ultimi dieci anni i femminicidi hanno costituito un terzo degli omicidi, raggiungendo il 57,1% nel pieno lockdown di marzo 2020.
La violenza sulle donne ha diverse forme e modalità: quella fisica è più facile da riconoscere e sovente ci si concentra solo su di essa, ma esistono anche la violenza psicologica e quella economica.
La violenza, in tutte le sue forme, si radica e progredisce nella disuguaglianza e nella discriminazione.
Il quinto obiettivo dello sviluppo sostenibile ONU è l’uguaglianza di genere, un impegno importante.
Tuttavia, il Report 2020 evidenzia come la sua implementazione difetti di avanzamenti, tanto che la situazione fa temere che l’uguaglianza fra i sessi sia ancora considerata (come già fu nella crisi innescata nel 2008) un lusso per periodi di prosperità, anziché un diritto. Il Gender Gap rappresenta una continua e persistente violazione dei diritti delle donne e la violenza contro le donne è considerato come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.
Solo l’acquisizione di una parità nei diritti, che vuole dire anche e forse soprattutto parità economica, può essere uno dei principali antidoti alla violenza sulle donne.
È importante è necessario promuovere la cultura della bellezza per prevenire e contrastare ogni forma di violenza sulle donne e di discriminazione di genere. Equità, armonia dei legami, rispetto di ogni essere umano, attenzione alle piccole cose: questi sono i valori che si dovrebbero diffondere in ogni contesto.
Occorre cambiare la mentalità che tende sempre a relegare le donne a ruoli marginali. Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) è fondamentale per tutte le donne e le ragazze.
Nel mondo le donne rappresentano il 39% della forza lavoro, ma detengono solo il 27% delle posizioni manageriali. In Italia c’è stato un sensibile miglioramento registrato dal 2010 al 2017, grazie all’aumento della quota di donne negli organi decisionali e nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa, ma la media Ue è ancora lontana.
Sul cammino ci sono ancora degli ostacoli, è innegabile, ma al contempo è maturata una consapevolezza che ci dice che è questo il tempo di cambiare passo. Nel Recovery Plan, infatti, l'equità di genere è stata inserita come priorità per il nostro Paese e nella legge di bilancio sono anche state inserite una serie di misure importanti per le donne, dando concretezza al Family Act, che ha nell'incentivo del lavoro femminile uno dei suoi pilastri.
È necessario sicuramente liberare le energie inespresse delle donne.
Business Defence è fiera di avere un team ed un management costituito in prevalenza da donne (65%).
Promuovere la parità di genere e affermare i diritti delle donne riteniamo possa essere utile non solo ad includere le figure femminili nel mondo del lavoro, ma anche e soprattutto a dare loro maggiore consapevolezza e forza al fine di poter gestire al meglio oltre che la vita lavorativa anche quella privata. Una donna forte, sicura di sé, indipendente e libera da pregiudizi, probabilmente, sarà anche in grado di potersi difendere da atteggiamenti sessisti e discriminanti.
Fonte: Amsa/BD Business Defence