Banche: in arrivo flussi di Npl tra 900 e 1200 miliardi in Europa
Bain & Company, società di consulenza direzionale, ha pubblicato nei giorni scorsi un report che include alcune previsioni sull’entità dei nuovi flussi di crediti deteriorati tra la fine del 2021 e il 2022 in tutta Europa, stimabile tra i 900 e i 1200 miliardi di euro.
Il rapporto studia l’andamento dei non performing loans una volta che verranno sospese da parte dei governi europei le misure eccezionali sui prestiti introdotte nella fase pandemica.
«In Italia storicamente il flusso di NPL è particolarmente correlato alla decrescita del Pil: per questo motivo anche nel nostro paese la magnitudo sarà importante. Si tratta di un’ondata di portata considerevole, ma gestibile se le banche assumono un atteggiamento proattivo - ha dichiarato Roberto Frazzitta, partner di Bain e coautore del report - è chiaro come le banche europee debbano affrontare la sfida incombente di un aumento dei crediti in sofferenza, ma è necessario che guardino anche oltre, accelerando la digitalizzazione e lavorando sulla sostenibilità, in modo che diventi veramente centrale nel loro business».
«Oltre a questo tema abbastanza urgente, le banche europee devono fare i conti con altre preoccupazioni, avendo sofferto per anni di un basso rendimento del capitale, con il Roe in calo ulteriormente nel 2020 e il cost-income ratio rimasto bloccato in media a circa il 66%» aggiunge Giulio Naso, partner di Bain&Company e co-autore del report.
Nel report della società di consulenza si trovano anche alcune indicazioni sulle misure che gli istituti di credito dovrebbero intraprendere per fronteggiare la nuova ondata.
Tra gli interventi più rilevanti troviamo l’identificazione degli asset del loro portafoglio crediti maggiormente sottoposti a stress, il raggruppamento in cluster e l’elaborazione di una strategia di gestione per ciascun insieme.
Ulteriori elementi di attenzione riportati nel report includono:
- una corretta autovalutazione del proprio posizionamento rispetto ai competitor in tema di innovazione digitale e l’accelerazione degli investimenti nelle aree che possono portare maggiore redditività;
- controllo dei costi e corretto utilizzo della tecnologia, come testimoniato dai benefici ottenuti grazie alla diffusione dello smart working al ripensamento dell’uso di uffici e beni immobili;
- promozione della sostenibilità come proposta commerciale al fine di contribuire positivamente alla redditività per con prodotti di consulenza legati alla decarbonizzazione e al rischio climatico;
- considerare in modo concreto la prospettiva di un maggiore consolidamento del settore, posto che il processo di M&A attualmente in corso sia destinato a intensificarsi sia a livello nazionale, mediante acquisizione di operatori di dimensioni minori, sia in ottica transfrontaliera.
Il faro delle authority sugli Npl
“La strategia di derisking”, cioè azzeramento del rischio, “è indotta dai vincoli del regolatore”. Esiste infatti un insieme di regole di fonte europea introdotte con l’obiettivo di migliorare la qualità degli attivi delle banche, riducendo le esposizioni non-performing in modo sostenibile, attraverso un piano graduale di accantonamento prudenziale: questa mappa di norme si chiama calendar provisionig. “Il calendar provisioning” della Bce darà forma a una “strategia di” azzeramento del rischio “continuativo. Occorre fare attenzione a non svuotare i crediti vivi: la scommessa è trovare la chiave per una piattaforma di sistema”, aggiunge Martarelli.
Per Aurelio Maccario, head of group Credit Risk di Unicredit: “Il 2021 è un anno estremamente particolare, ora sarà importante consolidare il trend di crescita. Una crescita economica del 4,5% porrebbe le condizioni ideali per mantenere i default rate su livelli bassi”.
La ricetta proposta da Marina Natale, a.d. di Amco è la seguente: “Serve un intervento di tipo industriale, finanziario, e patrimoniale, cioè occorre anche entrare nel capitale delle imprese quando necessario. Queste azioni e strumenti sono la risposta più adatta alla crescita delle inadempienze probabili che sarà inevitabile. Il ticket medio sarà più piccolo che in passato, sotto i 100 mila euro”.
Le alleanze per risanare il tessuto industriale
La parola chiave per affrontare questa emergenza annunciata è fare sistema e stringere alleanze. “Il mercato italiano è molto attraente come stock e come flussi ed è un mercato che per noi è molto importante”, ha affermato Anders Engdahl, presidente e ceo di Intrum. “La nostra strategia in tutti i mercati in cui operiamo è quella di formare delle partnership, come in Italia abbiamo con Intesa, per perseguire la nostra strategia che è quella di essere a supporto della clientela. A noi non interessa un approccio toccata e fuga ma vogliamo essere presenti per il lungo periodo”. Il ceo di Intrum, ha aggiunto che il gruppo sta investendo con decisione sulle nuove tecnologie e su nuove piattaforme.
Anche per Amco le alleanze sono fondamentali. “Stiamo infine lavorando per proporci come catalizzatore di partner industriali che ci aiutino nel percorso di risanamento delle imprese. Il risanamento finanziario dell’impresa, perché sia sostenibile, deve poggiare su un percorso di sviluppo industriale. Per fare tutto questo ci avvaliamo di un modello operativo che si declina in un equilibrato mix di in-house-outsourcing: abbiamo attivato una piattaforma aperta per agevolare il colloquio con i legali e i servicer con cui collaboriamo in modo da valorizzare le aree di eccellenza di tutti i singoli player”.
Intanto il mercato resta in fermento. Nei primi nove mesi del 2021 sono state finalizzate transazioni NPL per 8 miliardi di euro. La pipeline vede ancora 26 miliardi di euro di operazioni attese entro fine anno. Sul fronte delle inadempienze probabili si annunciano 10 miliardi di vendite entro dicembre 2021.
Fonte: Il Sole 24 Ore/Forbes Italia