Banche, rallenta la crescita di Npl
ROMA. Il ritmo di crescita delle sofferenze è rimasto moderato nel mese di aprile, in un contesto caratterizzato da tassi ai minimi e prestiti ancora stagnanti.
Secondo i dati diffusi ieri da Bankitalia nella pubblicazione «Banche e moneta» il tasso di crescita degli Npl è stato pari al 6,6% annuo (7% in marzo). Tenendo conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari la variazione è pari al 10,6% (11,2 nel mese precedente). In valori siamo a 77,230 miliardi di sofferenze nette, contro gli 83,9 dell’aprile di un anno prima. Altra tendenza da registrare sulle attività delle banche riguarda l’incremento dei titoli del debito pubblico in portafoglio, cresciuti di circa 20 miliardi nei primi quattro mesi (da 374 a 394 miliardi) invertendo in questa fase dell’anno una tendenza al decumulo che s’era vista nella seconda parte del 2016.
La nota arriva a due settimane dalla Relazione annuale, in cui si fotografava la chiusura del 2016 con un calo di un punto del flusso dei nuovi prestiti deteriorati sul totale dei crediti (al 2,7%, un valore appena inferiore ai livelli registrati nel 2008). Nella Relazione la consistenza dei crediti deteriorati in valore risultava ridotta di 24 miliardi sull’anno prima, a 173 miliardi, con un’incidenza sul totale dei crediti alla clientela che scendeva dal 10,8% al 9,4%. E di questi 173 miliardi di esposizioni deteriorate nette, 81 miliardi, ovvero il 4,4% del totale del credito bancario era classificato come sofferenza. L’anno passato il calo delle consistenze lorde è stato aiutato da cessioni per 8 miliardi, uno in più rispetto al 2015. Sulle dinamiche 2017 l’attesa è sulla conclusione delle importanti operazioni di cessione annunciate, a partire da Unicredit che punta a cedere sul mercato 17,7 miliardi di sofferenze lorde.
Due giorni fa al termine della missione in Italia la delegazione del Fmi ha auspicato strategie e obiettivi «ambiziosi e credibili» di riduzione degli Npl invitando, tra l’altro, le banche più deboli nella gestione interna ad affidarsi ad «imprese specializzate nella riscossione e nel workout». Mentre una settimana fa dal capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, era arrivato un appello più articolato agli istituti, che dovrebbero ripensare il loro modello di business «concentrandolo sulle attività di recupero» da una parte e, dall’altra, «migliorando la capacità di gestione degli Npl anche mediante la creazione di unità organizzative separate».
Tornando alla pubblicazione statistica di ieri della Banca d’Italia, resta da segnalare che in aprile i prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci, sono cresciuti dello 0,8% su base annua (1% in marzo). In particolare i prestiti alle famiglie sono cresciuti del 2,4%, come nel mese precedente, quelli alle società non finanziarie dello 0,2% (0,3% a marzo). I depositi del settore privato sono aumentati del 3,8 per cento su base annua (4,1 per cento in marzo); la raccolta obbligazionaria è diminuita del 15,6 per cento. Infine sulle condizioni del credito, i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,49% (2,54 nel mese precedente); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo al 7,92%. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono risultati pari all’1,53% (1,67 in marzo); quelli sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari al 2,18%, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,06%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono rimasti stabili allo 0,40%.
Far passare il rallentamento della crescita delle sofferenze come una buona notizia è come dire che non si è debellato il cancro dalle nostre banche ma che però esistono cure palliative che alleviano il dolore.
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Fonte: IlSole24Ore