Business Defence e la resilienza
La capacità di rispondere alle difficoltà improvvise è una delle caratteristiche principali della resilienza. Basilare per un’azienda che intenda sviluppare una resilienza organizzativa è la consapevolezza di sé, dei propri punti di forza e dei propri valori guida sulla base dei quali indirizzare il cambiamento.
Dopo marzo 2020 il mondo è cambiato e il mercato del lavoro ha subito conseguenzialmente una diversificazione strutturale. Così come le grandi imprese, anche le più piccole hanno dovuto rivoluzionare il proprio campo d’azione e la modalità di lavoro e la principale innovazione è stata data dallo smart working a cui non tutti erano abituati. Lavorare da remoto ha avuto un duplice effetto: da una parte ha permesso il distanziamento sociale, necessario ai fini del contenimento epidemiologico, dall’altro ha portato a riprogettare la modalità di lavorare e di come concepire il proprio lavoro, stravolgendo radicalmente il modo di approcciare alle attività quotidiane.
E anche noi di Business Defence ci siamo dovuti adeguare ai nuovi paradigmi, riorganizzando completamente il nostro lavoro e di conseguenza le nostre abitudini.
Ma la resilienza, in azienda, è una somma di contributi individuali o una qualità di gruppo? A livello aziendale è bene considerarla come una qualità collettiva, grazie alla quale è possibile raggiungere numerosi traguardi.
In un periodo di grandi cambiamenti e incertezze, per poter essere propositivi, abbiamo fatto leva sulle nostre migliori conoscenze e professionalità, consapevoli del fatto che le fasi di crescita generano contesti trascinanti e le fasi di crisi fanno emergere al meglio le potenzialità di ognuno.
Lo smart working, prerogativa di poche aziende e usato a piccole dosi da dipendenti e capi, e nemmeno in tutti i settori, è diventato, soprattutto nei primi mesi, la nostra modalità prevalente di lavoro. Armati di pc, account di Zoom o Meet e fiumi di email, abbiamo trasformato le nostre sale, cucine e camere da letto in uffici e meeting room. I colleghi con figli hanno dovuto dividersi tra le lezioni da remoto e le riunioni di lavoro, cercando di separare, spesso nella stessa stanza, due mondi che improvvisamente si trovavano a sovrapporsi.
È avvenuto tutto così velocemente che pochi si sono soffermati a pensare a quanto sia cambiato il nostro modo di lavorare.
Abbiamo imparato, pian piano, a ricercare il contatto con le persone non solo fisicamente, ma anche virtualmente e questa è stata una sfida soprattutto per le figure commerciali, abituate agli incontri in presenza e alle strette di mano, e per gli addetti alla comunicazione, improvvisamente catapultati in una realtà dove il live ha lasciato il campo al digitale.
Sono molte le cose che sono cambiate in quest’ultimo anno e altrettante quelle che abbiamo imparato a fare grazie soprattutto alla voglia di non fermarsi e di trarre da questa esperienza il meglio che potesse offrire.
Durante i primi mesi rinchiusi in casa abbiamo dovuto riorganizzare completamente il nostro lavoro e le nostre abitudini; dalle scrivanie dell’ufficio ai tavoli in sala da pranzo, dalle riunioni live a quelle in una stanza virtuale, dalle chiacchierate di fronte ad un caffè fumante alla videochiamata all’ora dell’aperitivo per sentirsi meno distanti.
La frenesia e l’entusiasmo nel dover organizzare un evento, la cura dei dettagli, la scelta della location, la progettazione dello stand espositivo, la selezione del gadget adatto all’occasione e delle tematiche da affrontare durante le tavole rotonde, hanno lasciato il posto alla partecipazione a meeting online ed eventi digitali.
È vero, abbiamo imparato molto anche con queste nuove modalità, ma soprattutto per chi si occupa di vendita e di marketing, gli incontri e il relazionarsi di persona sono tutt’altra storia!
Rimodulare la tipologia di organizzazione degli eventi e la tipologia di contatto con il cliente non è stato facile, ma come dei bravi marinai capaci di navigare anche in acque mosse, riteniamo di essercela cavata abbastanza bene.
Fin dall’inizio della pandemia abbiamo adottato alcune misure preventive al fine di tutelarci il più possibile, favorendo innanzitutto, come già detto, lo smart working, una soluzione che si è dimostrata essere proficua e ha garantito la continuità produttiva. Successivamente, al fine di ristabilire la socialità tra i colleghi, un aspetto per noi fondamentale, e favorire la continuità aziendale abbiamo diviso il gruppo in due squadre per poter ritornare in ufficio, una soluzione che ci ha permesso di lavorare in sicurezza e rispettare le norme di distanziamento sociale stabilite.
Con il ritorno in sede abbiamo quindi dovuto apprendere dei nuovi protocolli e adottare nuove abitudini; abbiamo imparato a misurarci la temperatura al nostro arrivo, a igienizzarci frequentemente le mani e le postazioni e a chiacchierare con i colleghi rispettando le dovute distanze indossando sempre la mascherina, tutte azioni che all’inizio ci lasciavano straniti, ma che con il tempo abbiamo imparato ad accettare serenamente.
Ma una delle cose più importanti che abbiamo imparato in questi mesi è stata sicuramente l’importanza della condivisione e del supportarsi l’uno con l’altro, adottando e mettendo in pratica il cosiddetto ‘spirito di squadra’.
Essendo un gruppo di 20 persone è stato sicuramente più facile organizzare il rientro anche da un punto di vista logistico e pratico; fin da subito, infatti, al fine di ridurre il più possibile o addirittura eliminare l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte di chi era impossibilitato a venire in ufficio in macchina, abbiamo attivato una sorta di servizio di ‘car sharing’, organizzando le squadre secondo criteri ben precisi in modo tale che tutti fossero agevolati.
L’azione congiunta di ognuno di noi ci ha quindi permesso di innovarci e cambiare, facendo accrescere il nostro desiderio di sfida, la nostra perseveranza e caparbietà dimostrando voglia di migliorare soprattutto grazie al lavoro di squadra.
Ed è cambiato anche l’aspetto della formazione; i corsi che prima venivano svolti in presenza si sono trasformati in corsi digitali, una modalità che ci ha permesso di riprogettare il nostro approccio formativo. Abbiamo quindi cercato di sfruttare al meglio le possibilità che ci sono state offerte, seguendo numerosi seminari seduti sul divano di casa con una tazza di tè tra le mani, accogliendo le novità con entusiasmo e con spirito positivo.
E con lo stesso spirito sono stati portati avanti numerosi progetti legati all’innovazione aziendale e sviluppati nuovi servizi pensati in relazione alle esigenze del mercato attuale, che si trova a doversi confrontare costantemente con i problemi derivanti dalla crisi epidemiologica, e dei nostri clienti.
La resilienza per noi, quindi, è stata ed è il risultato dell'interazione tra gli imprenditori e il loro ambiente; è un processo dinamico e in evoluzione attraverso il quale sia gli imprenditori che i collaboratori acquisiscono conoscenze, abilità e capacità per affrontare il futuro incerto con un atteggiamento positivo, creativo e di ottimismo, facendo affidamento sulle proprie risorse e potenzialità e noi di Business Defence siamo pronti ad affrontare sempre nuove sfide adattandoci con caparbietà ai numerosi cambiamenti.
“Un’organizzazione resiliente è quella che non solo vive a lungo ma che prospera superando le sfide nel tempo.”