Che cosa muoverà i mercati dopo la vittoria di Macron

09 May 2017 IN Borse
Che cosa muoverà i mercati dopo la vittoria di Macron

Alla fine è andata come previsto. Emmanuel Macron è il nuovo presidente della Francia e siederà all’Eliseo per i prossimi cinque anni. Venerdì sera alla chiusura dei mercati gli investitori erano già posizionati su una vittoria del candidato europeista sulla rivale di estrema destra Marine Le Pen. Lo si poteva dedurre da svariati indicatori. Lo spread Francia-Germania si era ridimensionato intorno ai 40 punti (rispetto agli 80 di febbraio), le Borse europee avevano archiviato un rialzo del 7-8% dalla chiusura del 22 aprile (a ridosso del primo turno delle elezioni francesi conclusesi ieri con il ballottaggio). L’indice Sentix euro break-up - che stima le probabilità di una rottura dell’euro - era crollato a quota 13 (nel 2012 in una delle fasi più delicate per l’Eurozona aveva superato i 70 punti). Senza dimenticare il ribasso dell’oro - bene rifugio per eccellenza - che in cinque sedute ha perso più del 3%. Questi segnali di distensione vengono confermati ora. Come previsto dagli esperti oggi i mercati non stanno festeggiando con nuovi rialzi la vittoria di Macron, semplicemente perché il party era partito prima e i mercati alle quotazioni attuali già scontano la vittoria del candidato europeista. Ecco perché oggi prevalgono le prese di profitto ai nuovi acquisti.

Il prossimo scoglio: le parlamentari francesi di giugno

A questo punto gli investitori possono con qualche certezza in più iniziare a concentrarsi sui prossimi scogli da superare. «Con l’elezione di Macron alla presidenza francese l'Unione europea tira un sospiro di sollievo . spiegano gli analisti di Allianz global investor -. Anche se la possibilità di realizzare il programma dipenderà molto dall'esito del voto per l'Assemblea Nazionale in giugno. L'Europa sarà comunque soggetta a una perdurante incertezza politica nel quadro del “superciclo” elettorale che vedrà presto protagoniste Germania e Italia».

Focus sulla Bce

«Con la prospettiva di una presidenza Le Pen scongiurata - spiega Raman Srivastava, deputy global chief investment officer di Standish (Bny Mellon) - riteniamo che la Bce potrebbe cogliere lo scenario politico relativamente stabile per iniziare a considerare il tapering». A parere di Dave Lafferty, chief market strategist di Natixis global asset management «nel breve termine è improbabile che il risultato delle elezioni abbia un qualche significativo impatto sulla politica della Bce. Tuttavia, con la Frexit scongiurata, Draghi può concentrarsi esclusivamente sugli sviluppi dell'inflazione, senza doversi preoccupare di ulteriori questioni politiche».

Azioni europee favorite su quelle Usa

«Le valutazioni delle azioni europee sembrano ragionevolmente attraenti in confronto a quelle americane - prosegue Lafferty -. In combinazione con il recente momentum economico e la crescita dei profitti, lo sconto sui rischi politici potrebbe finalmente permettere alle azioni europee di superare l'azionario americano dopo essere rimaste indietro per la maggior parte del tempo nel corso degli ultimi 6 anni».

Per gli esperti l’Italia resta un fattore di instabilità

«Sarà comunque la politica a dominare la scena, sui mercati e non - proseguono gli esperti di Allianz Gi -. Ora gli investitori dovrebbero rivolgere l'attenzione all'Italia, il problema rimosso. L'economia nazionale cresce molto lentamente, il settore bancario è debole e il partito di governo rischia la scissione. In mancanza di elezioni anticipate nel corso dell'anno, si andrà alle urne regolarmente nella primavera del 2018. In entrambi i casi, il rischio di un avvento al potere delle forze anti-europee è piuttosto alto». Secondo Ugo Lancioni, senior portfolio manager - head of global currency di Neuberger Berman «la recente vittoria di Renzi alle elezioni primarie del suo partito, pur considerata positivamente dal mercato, potrebbe portare ad elezioni anticipate in Italia e all’incertezza che ne conseguirebbe».

Titoli in Borsa, chi vince e chi perde

Intanto è già possibile fare un bilancio di chi ha maggiormente beneficiato sino ad ora del rialzo borsistico agganciato alla vittoria di Macron (indice Stoxx Europe 600 +7% dal 22 aprile). Nelle ultime due settimane il titolo migliore è Austria Microsystems (+19,4%), società specializzata nel comparto dei chip. Al secondo posto la compagnia francese energetica Edf (+19,1%). Al terzo posto UniCredit (+18,1%). Nella classifica dei migliori (11esimo posto) un’altra banca italiana, Banco Bpm con un rialzo del 14,8 per cento.   TITOLI IN BORSA, CHI VINCE E CHI PERDE CON MACRON I titoli europei migliori dal 22 aprile  

 Società

Var %

I MIGLIORI...
Austria Microsys

19,4

Edf

19,1

Unicredit

18,4

Kering

16,7

Oc Oerlikon Corp

16,5

Pearson

16,2

Teleperformance

15,7

NokiA/d

15,6

Credit Agricole

15,6

Metso/d

15,0

Banco Bpm

14,80

…E I PEGGIORI
Centamin Ord

-14,7

Outokumpu oyj/d

-14,6

Boliden Ab/d

-11,7

Fingerprint B/d

-11,0

Bic

-10,4

Anglo American

-9,6

Norsk Hydro

-8,4

Antofagasta

-8,3

Hexpol B/d

-8,0

Inmarsat

-7,7

 

Tra i peggiori invece Centamin (-14,7%), società specializzata nel comparto delle materie prime. Forti vendite anche sulla finlandese Outokumpu (-14,6%), società finlandese specializzata nell’acciaio inossidabile. Terzo posto nella classifica dei peggiori per un’altra società mineraria, la svedese Boliden (-11,7%). Ovviamente in questi casi la vittoria di Macron c’entra ben poco perché è arrivata nel momento in cui il comparto minerario e delle materie prime ha subito forti pressioni ribassiste (il Brent ha perso l’11% dell’ultimo mese). Piuttosto le recenti tensioni sui prezzi delle materie prime possono rappresentare un nuovo fattore di incertezza per i mercati, anche perché se proseguiranno potrebbero rimettere in discussione gli attuali prezzi di azioni e obbligazioni che negli ultimi mesi si sono mossi in relazione a quello che gli analisti definiscono “reflation trade”, ovvero un mercato condizionato dall’aumento dell’inflazione. Fonte: IlSole24ore

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