Cina, debitori alla gogna pubblica
Da maggio 2018 è entrato in vigore il Nuovo Regolamento Europeo 2016/679 che mira ad un cambiamento relativo al trattamento dei dati personali e alla loro protezione. La violazione di tale Regolamento da parte delle aziende in possesso di questi dati prevede anche significative sanzioni.
Da maggio sicuramente le cose sono cambiate notevolmente, ma in alcuni Paesi extraeuropei il labile confine tra privacy e sicurezza, tra dati personali e controllo incondizionato è ancora più controverso.
In Cina, ad esempio, esiste una rete di 176 milioni di telecamere di sorveglianza che controllano 1,3 miliardi di persone, un numero destinato a crescere sempre di più.
Il web accessibile dalla Repubblica Popolare Cinese, infatti, è profondamente diverso da quello del mondo occidentale ed è fortemente controllato dagli organi del Partito Comunista Cinese.
La censura in Cina è divenuta ormai proverbiale: nel paese asiatico non è possibile visitare la maggior parte dei portali occidentali come Google, Gmail, Facebook, Instagram, Whatsapp, Youtube, Twitter, né accedere a siti di informazione occidentali come BBC, New York Times. A questa lunga lista se ne aggiungono molti altri.
in Cina ci sono più di 751 milioni di utenti internet e quando si parla di quest’ultimo l’accostamento con la parola ‘censura’ è automatico.
Ma come è possibile che una popolazione così grande sia soggiogata dai dettami di poche persone che decidono cosa si può o non si può leggere, scrivere e condividere? La risposta, purtroppo, non è così immediata.
La tecnologia cinese ormai è diventata una forma di politica e di governo.
Mentre si passeggia per strada o si prendono i mezzi pubblici, un’App sul telefono segnala se un debitore è vicino nel raggio di 500 metri. È questa l’ultima trovata cinese, una novità che entra in vigore in Cina dopo che la Corte suprema del popolo, la Commissione di vigilanza bancaria della Cina e il dipartimento competente del Partito comunista hanno deciso di varare un provvedimento in grado di rendere pubblici i tanti mutuatari rivelatisi inaffidabili.
Una sorta di pubblica gogna per chi non riesce a ripagare i suoi debiti. L’App è arrivata nella provincia cinese settentrionale di Hebei dove le autorità hanno lanciato un’applicazione su WeChat che informa se stiamo camminando vicino a qualcuno che ha un debito pendente.
A riportarlo è il quotidiano China Daily, che fornisce ulteriori dettagli su come funziona l’applicazione: l’App lancia un avvertimento se qualcuno in debito si trova vicino in un raggio di 500 metri, mostrando la posizione esatta.
L’App non rivela però i nomi o le foto dei debitori né menziona quanti soldi sono dovuti o a chi ma, secondo China Daily, permette alle persone di “denunciare i debitori che sono in grado di pagare i loro debiti”.
“Fa parte delle nostre misure per rafforzare le nostre decisioni e creare un ambiente socialmente credibile” afferma un portavoce della Corte popolare di Hebei.
La Cina non è nuova a tali ingerenze. Hangzhou, la capitale della provincia cinese di Zhejiang, all’inizio di quest’anno ha lanciato il suo sistema di credito sociale che premia chi tiene comportamenti al favore del sociale come donazioni di sangue, stili di vita sani e volontariato, mentre punisce chi viola le leggi del traffico, fuma e beve, e parla male del governo.
I critici della misura che sembra uscita da un libro di fantascienza su un mondo distopico, avvertono che il sistema è irto di pericoli e potrebbe ridurre gli esseri umani a poco più di un numero, di una pagella.