Cresce l’esigenza di liquidità e il ricorso alla Cessione del Quinto
Cresce il numero di famiglie italiane in povertà assoluta che, secondo i dati Istat, ha superato la soglia dei 2 milioni (5,6 milioni considerando i singoli individui). Contestualmente cresce anche l’esigenza di liquidità e il ricorso a strumenti di finanziamento, con obiettivi differenti: consolidare i propri debiti, affrontare l’attuale situazione di crisi, ma anche aiutare i propri familiari. E tra le forme principali per ottenere un prestito, la maggior parte dei richiedenti si affida alla “cessione del quinto”. Lo rileva un’indagine condotta da un primario operatore del settore tra oltre 2.000 persone che hanno acceso un prestito con la cessione del quinto negli ultimi due anni per valutarne le motivazioni: l’impatto del Covid ha generato sicuramente maggiore propensione a chiedere finanziamenti e le modalità di ricerca del preventivo di finanziamento. Circa il “mood” dei partecipanti riguardo all’attuale contesto economico sanitario dalla survey emerge una grande tensione: praticamente oltre il 90% è preoccupato (molto preoccupato il 60% o mediamente preoccupato il 30%) e solo il 10% non lo è per niente.
Le motivazioni
Oltre l’80% degli intervistati considera la cessione del quinto uno strumento molto utile soprattutto nell’attuale contesto di mercato. Le principali due motivazioni (pari al 20%) che hanno portato alla scelta della cessione del quinto come strumento di finanziamento sono l’esigenza di “consolidare tutti gli impegni finanziari” e la volontà di “avere a disposizione liquidità per ristrutturare casa”. Poco meno del 15%, invece, ricorre alla cessione del quinto per far fronte a spese impreviste. Circa il 12% degli intervistati dichiara che utilizza la cessione del quinto per sostenere spese famigliari pianificate e per crearsi un cuscinetto di liquidità per spese future. Il 10% dei rispondenti utilizza dichiara di ricorrere alla cessione del quinto anche per l’acquisto dell’auto, preferendo questa modalità al prestito finalizzato. Ma la cessione del quinto è utilizzata anche per sostenere cure odontoiatriche o altre spese sanitarie soprattutto a beneficio di famigliari.
L’effetto Covid
Tra chi nel 2020 ha fatto ricorso alla cessione del quinto come strumento di finanziamento c’è una bella fetta, il 50%, che è stata spinta, anche solo marginalmente, dalle difficoltà causate dal Covid. In particolare si è fatto ricorso al credito per aiutare i familiari e per coprire delle spese sanitarie impreviste. Inoltre, circa l’80% dei richiedenti ha dichiarato un livello mediamente alto di urgenza nell’avere la liquidità richiesta e solo meno del 20% non aveva assolutamente fretta.
Per effettuare la scelta di un preventivo di finanziamento con la cessione del quinto quasi il 50% dei clienti intervistati ha utilizzato motori di ricerca come Google, Bing, Yahoo. Utili a trovare la giusta offerta sono stati, inoltre, i social per il 25% dei rispondenti. Solo il 12% si è collegato direttamente con i siti istituzionali, come per esempio Inps e NoiPA. Passaparola, volantini, pubblicità territoriali sono stati citati da meno del 10% dei rispondenti, quando invece erano essenziali nel passato.
La cessione del quinto come tipologia di credito al consumo
La cessione del quinto dello stipendio o della pensione, dunque, è una particolare tipologia di credito al consumo prevista per far fronte ad esigenze di varia natura. Di tale prestito possono beneficiare i lavoratori dipendenti pubblici, privati e statali un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato e i pensionati, a patto che non abbiano meno di 18 e più di 85 anni. L’importo del prestito, inoltre, trattenuto sullo stipendio direttamente dal datore di lavoro o sulla pensione dall’ente previdenziale, può variare ma non superare il 20% del netto dello stipendio o della pensione e il rimborso può essere a breve o medio termine.
Il mercato della CQS, quindi, non rappresenta più una scelta secondaria per la clientela che al contrario lo reputa un prodotto conveniente e vantaggioso anche e soprattutto per la semplicità dell’operazione nella stipulazione del contratto. Il datore di lavoro, infatti, a partire dalla sottoscrizione del contratto, ha l’obbligo di verificare che la rata non ecceda il limite del 20% del netto dello stipendio, di trattenere l’ammontare della rata prevista in busta paga, di versare tale ammontare alla banca o alla finanziaria che ha erogato il prestito e di rilasciare al lavoratore la copia dell’avvenuto pagamento.
Molte volte, però, banche, finanziarie o assicurazioni dopo aver erogato una CQS vedono improvvisamente interrompersi i rimborsi relativi alle rate residue e questo succede soprattutto nei casi in cui i contraenti abbiano cambiato o perso il lavoro. L’Istituto erogante può, quindi, sicuramente incassare la liquidazione accantonata dal dipendente, ma cosa succede quando tale somma non basta a ricoprire l’importo totale residuo?
La soluzione Business Defence
Gli Istituti che hanno erogato il credito, in situazioni di questo genere, hanno dunque la necessità di verificare se l’interruzione dei rimborsi è legata alla perdita di un lavoro del soggetto o alla semplice mancata notifica dell’informazione a nuovo datore di lavoro nel caso il soggetto finanziato abbia cambiato azienda.
Prioritariamente occorre svolgere delle indagini finalizzate ad individuare se il soggetto svolge una nuova occupazione alle dipendenze di terzi o autonoma oppure se ha iniziato a percepire una pensione. All’uopo consigliamo JOB.
Una volta individuato il nuovo datore di lavoro del soggetto è possibile procedere con la rinotifica presso la nuova azienda e la prosecuzione del ripagamento del debito.
Consigliamo sempre prima di farlo di verificare l’affidabilità dell’ATC (Azienda Terzo Ceduta) utilizzando il servizio BASIC PLUS, un rapporto informativo utile, appunto, a verificare l’affidabilità commerciale della nuova azienda sul mercato di riferimento. Nel report vengono fornite soprattutto informazioni circa la solvibilità dell’azienda e la copertura dei debiti da parte della stessa.
Business Defence, società specializzata in Indagini Patrimoniali, ha creato una linea di servizi ad hoc per le società che si occupano di cessione del quinto in modo da poter orientare al meglio le strategie di recupero del credito.
Richiedi maggiori informazioni
Fonte: Il Corriere della Sera/Business Defence