Italia campione d’Europa!
Succede ancora, ai rigori come in semifinale contro la Spagna. Wembley ammutolito si inginocchia davanti all’Italia. Siamo sul tetto d’Europa, ci torniamo sotto gli occhi del presidente Mattarella a distanza di 53 anni dopo Gigi Riva e Pietro Anastasi, e lo facciamo nel giorno esatto del 39° anniversario del trionfo mondiale in Spagna.
È una notte fredda e dolcissima, di estasi azzurra. Un sogno di mezza estate. Neppure il più sfrenato degli ottimisti se lo sarebbe immaginato un epilogo così, sapendo da dove siamo partiti tre anni e 8 mesi fa quando la Svezia ci ha negato il Mondiale in Russia e il calcio italiano è finito dritto all’inferno.
Adesso quelle lacrime di disperazione sono diventate di gioia; gli azzurri si abbracciano nel tempio laico e abbracciano Mancini che a questo miracolo italiano ha creduto sin dal primo giorno.
L’ultima partita, con i giganti dell’Inghilterra, in casa della Regina e dentro uno stadio ostile, è una meravigliosa sofferenza. L’Italia vince perché ha più cuore e più anima e una tempra d’acciaio.
Siamo stati più forti degli auguri della Regina Elisabetta, dell’incitamento di Boris Johnson e dell’in bocca al lupo telefonico di Tom Cruise, perché la mission impossible stavolta l’hanno portata a termine attori italiani. Un Europeo cavalcato da protagonisti dall’inizio alla fine, in cui abbiamo vissute tante vite: quella dello strapotere tecnico-tattico e del divertimento, poi della sofferenza e infine della maturità di andarsi a prendere la coppa a casa degli avversari, in uno stadio vestito tutto di bianco. Mancini corona un percorso virtuoso iniziato tre anni fa e completato in tempi eccezionalmente rapidi, regalandoci un titolo che oltre ad arricchire la sala dei trofei di Coverciano ha il merito di rilanciare un’intera nazione sotto tutti i punti di vista. È il marchio Italia che torna a brillare, con un popolo che ha riscoperto la felicità di riabbracciarsi. Vittoria sportiva, economica e sociale.
La partita è subito in salita. Il gol al 2° minuto è una mazzata. Pian piano riusciamo a riprendere il controllo del pallone, ma il palleggio è lento, senza qualità e nessuno si muove senza palla. Funziona male la catena di sinistra che, priva di Spinazzola, in tribuna con le stampelle, perde energia. Insigne non salta l’uomo, Barella non si butta dentro, Jorginho e Verratti non riescono a impreziosire la manovra. Immobile, che avrebbe il compito di tirare fuori i difensori inglesi dall’area, quasi non si vede. Solo Chiesa è vivo, ci prova con un paio di iniziative, ma ha il torto di giocare da solo e Mancini lo riprende.
Nel secondo tempo avviene la trasformazione. È un’altra Italia, spavalda, coraggiosa, determinata, pungente. Mancini cambia in fretta, inserendo Cristante per lo spento Barella in modo da dare maggiore fisicità al centrocampo e Berardi per lo spento Immobile, mai dentro la partita. Il tridentino leggero funziona e gli inglesi vanno in difficoltà. Pickford salva sul tiro ravvicinato di Insigne e sulla saetta di Chiesa prima di capitolare sulla conclusione ravvicinata di Bonucci dopo che aveva deviato sul palo l’incornata di Verratti. Ora gli azzurri non danno punti di riferimento e lo stadio ha paura.
Ma gli equilibri cambiano nuovamente in una partita che è una battaglia. I supplementari sono lotta pura. Sino ai rigori benedetti. Siamo sul tetto d’Europa: una porta verso il Mondiale del Qatar.
E l’Italia ancora una volta si conferma un’eccellenza!!!
Notti magiche inseguendo un goal
Sotto il cielo di un'estate italiana
E negli occhi tuoi voglia di vincere
Un'estate, un'avventura in più
Italia-Inghilterra 4-3 ai rigori, Italia campione d'Europa!
Fonte: Il Sole 24 Ore/Corriere