La Brexit è realtà: timori e speranze per l’Unione Europea
Dopo Brexit, il voto in Spagna. I mercati tengono il fiato sospeso e aspettano di capire il reale effetto della vittoria dei "leave" che porterà il Regno Unito fuori dall'Unione europeo. Di fatto - per gli addetti ai lavori - quella di venerdì scorso è stata solo una correzione, tutto sommato proporzionata alle forti scommesse che i mercati finanziari avevano piazzato, nei giorni precedenti al referendum britannico, sulla vittoria dei 'Remain'. A questo, però, si aggiunge l'esito delle elezioni spagnole: dopo il nulla di fatto di sei mesi fa, dalle urne iberiche ancora una volta non è uscita una maggioranza chiara a capace di formare un governo stabile. Oggi ad esempio i mercati finanziari provano a rialzare la testa (Milano, la piazza più colpita, traina il rimbalzo europeo), confidando nell’intervento delle istituzioni e della BCE, ma se così non fosse per le Borse si aprirebbe il baratro. Di tutto questo discuteranno a Sintra i banchieri riuniti per l'annuale forum della Bce dove mercoledì era atteso anche il governatore della Banca d'Inghilterra, Mark Carney. In questo senso molto dipenderà anche da quanto i leader europei riusciranno a garantire, per usare le parole di Christine Lagarde, una "transizione morbida" verso un nuovo regime di relazioni economiche tra Bruxelles e Londra. Il rischio è quello di divergenze tra istituzioni comunitarie e governi nazionali che darebbe ulteriore impeto alle forze centrifughe che si stanno dispiegando. Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha avvertito che "non sarà un divorzio consensuale". E' difficile però che gli Stati membri vogliano rinunciare all'accesso a un mercato come quello del Regno Unito, pronto a rientrare nell'orbita del suo alleato naturale: gli Stati Uniti d'America, che hanno perso, dal canto loro, una sponda fondamentale per portare avanti quel 'Ttip' che lascia Berlino fredda e non piace per niente a Parigi.
Intanto la settimana è iniziata con un vertice a Berlino tra la cancelliere tedesca, Angela Merkel, il presidente francese, Francois Hollande e Matteo Renzi, mentre oggi a Bruxelles è in agenda una riunione straordinaria del Parlamento europeo, poche ore prima del vertice dei capi di stato e di governo della Ue. "In questo momento - ha detto Angela Merkel - dobbiamo restare calmi e composti. Dobbiamo fare un'analisi ponderata e prendere le decisioni appropriate. Soprattutto dobbiamo mantenere strette relazioni col Regno Unito, ma è evidente che si tratti di un colpo per l'Europa. Quello che accadrà nei prossimi giorni, mesi e anni dipenderà da quanto noi, altri 27 paesi, saremo in grado e vorremo fare". L'azione di Francoforte è evidente sul mercato obbligazionario e dei titoli di Stato: nonostante le enormi pressioni i movimenti sono minimi. Oggi lo spread tra Btp e Bund è in area 155 punti base, con i titoli italiani che rendono l'1,45% poco più del tasso registrato alla vigilia del referendum britannico. Continua, invece, la corsa al ribasso del Bund tedesco, eletto a nuovo bene rifugio insieme all'oro e al dollaro.
La Bce ha subito comunicato in una nota di essere pronta a fornire "liquidità aggiuntiva, se necessario, in euro e in valuta estera" aggiungendo che il "sistema bancario dell'area dell'euro è resistente in termini di capitale e di liquidita". La scorsa settimana, sullo stesso tema si era espresso anche il presidente Mario Draghi sostenendo che "la Bce è pronta per tutte le emergenze in seguito al referendum sull'Unione europea nel Regno Unito". Tra i principali eventi congiunturali attesi per l'ultima settimana di giugno ci sono l'indicatore sull'economic sentiment dell'Eurozona di mercoledì 29 giugno. La volatilità dei mercati finanziari, l'apprezzamento dell'euro e il rialzo dei prezzi del petrolio, prima dello choc Brexit, potrebbero avere pesato sulla fiducia nell'Eurozona in giugno e tutti gli indicatori sono attesi in calo. Giovedì 30 è la volta della stima flash sull'inflazione armonizzata dell'Eurozona per giugno: il dato mensile potrebbe segnare un rialzo di uno 0,1% sotto la spinta della crescita dell'inflazione core, dove resta stabile l'inflazione alimentare e sale quella dei servizi, una volta riassorbito la volatilità dei prezzi dettata dalla pasqua anticipata. Fonte : La Repubblica