La Corte di Cassazione chiarisce il bilanciamento tra i diritti del creditore e le aspettative del debitore riguardo all'azione di recupero
Nel contesto delle dinamiche finanziarie e delle relazioni commerciali, il bilanciamento tra i diritti del creditore e le aspettative del debitore nell’azione di recupero del credito è un tema delicato e spesso oggetto di dibattito. La questione riguarda la necessità di garantire l’esatto adempimento delle obbligazioni da parte del debitore, senza tuttavia violare i suoi diritti e le sue aspettative di un trattamento equo e rispettoso.
La sentenza della Corte
Con la Sentenza del 16 giugno 2023, la Corte di Cassazione annulla la condanna del legale rappresentante di una società di gestione del credito per il reato di molestie, affermando che il Tribunale ha commesso un errore nel non considerare la documentazione presentata dalla difesa. Tale documentazione dimostrava che l'amministratore della società aveva impartito istruzioni organizzative per limitare i contatti telefonici e mantenere una comunicazione corretta per negoziare un accordo. Pertanto, il legale rappresentante non può essere ritenuto responsabile a titolo di dolo o colpa.
Diritti e doveri
Il creditore ha il diritto fondamentale di vedere soddisfatto il suo credito secondo le condizioni contrattuali stabilite. L'obiettivo principale dell'azione di recupero del credito è garantire che il debitore adempia ai propri obblighi in modo tempestivo e completo. Il creditore ha il diritto di intraprendere azioni legali per far valere i suoi diritti e perseguire il recupero del debito. Tuttavia, è importante sottolineare che l'esercizio di questi diritti da parte del creditore è lecito se avviene nel rispetto delle leggi e dei principi etici che regolano le relazioni tra le parti coinvolte.
La Corte ha, quindi, affermato che il rappresentante legale di un'agenzia di recupero non è responsabile per il reato di molestie se ha implementato un'organizzazione e un sistema di procedure e istruzioni per garantire che l'interazione con il consumatore avvenga in modo corretto.
Un parametro sicuro: Il Codice di Condotta
In questa prospettiva, un parametro sicuro per stabilire un modello di correttezza per le agenzie di recupero è rappresentato dal Codice di Condotta, documento redatto da UNIREC, che comprende tutte le leggi ed i regolamenti vigenti in materia di recupero crediti vincolante per le società e citato nella sentenza come base per la politica interna. Il Codice stabilisce limiti per i contatti con il debitore e terzi, consentendo un massimo di un colloquio effettivo al giorno e un massimo di tre colloqui settimanali. Un colloquio effettivo è un'interazione in cui l'operatore ha effettivamente conversato con l'interlocutore. Pertanto, i tentativi falliti non rientrano nei limiti imposti dal Codice di Condotta.
Si nota che il debitore avrebbe potuto evitare ulteriori telefonate rispondendo a uno solo dei tentativi di contatto. Rispondere al telefono e affrontare in modo costruttivo le ragioni creditorie avrebbe consentito l'avvio di una trattativa consulenziale a beneficio del debitore, evitando che il creditore intraprenda azioni esecutive secondo il modello di recupero sostenibile delineato dal Codice di condotta dell'industria.
Non va dimenticato che i contatti tra l'agenzia di recupero e il debitore avvengono tra parti qualificate come controparti del rapporto obbligatorio inadempiuto. Nell'adempimento delle obbligazioni, entrambe le parti devono comportarsi correttamente e in buona fede, quindi il debitore non può rifiutarsi di essere contattato dal creditore.
L'agenzia di recupero ha il diritto di agire per tutelare i diritti del creditore, ma cerca anche di risolvere l'inadempimento del debitore senza ricorrere all'espropriazione forzata, attraverso una soluzione bonaria di eventuali controversie legali.
In conclusione, evitare di rispondere al telefono non è un modo efficace per evitare l'adempimento degli obblighi. Il protrarsi dell'inadempimento e il rifiuto di dialogo con chi propone una soluzione conciliativa espone il debitore a conseguenze più gravi, come l'aumento delle spese e degli interessi e la possibilità di pignoramento da parte del creditore.
Tuttavia, per attuare pienamente il modello di recupero sostenibile delineato dal Codice di condotta, è necessario contattare il debitore per offrire la possibilità di un confronto. Questo spiega perché il Codice di condotta dà importanza solo ai "colloqui effettivi". Nel rispetto di tale modello, non è possibile configurare il reato di molestie per le azioni dell'agenzia di recupero.
Questa decisione della Corte di Cassazione va oltre gli interessi delle società di gestione del credito e dei creditori, beneficiando l'intero sistema economico che quotidianamente affronta le sfide nella gestione del debito e del credito deteriorato.
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Fonte: Creditnews