La crisi aziendale, spesso frutto di un progressivo deterioramento degli equilibri interni, si manifesta in due fasi: prima a livello gestionale e successivamente con anomalie economico-finanziarie. Tuttavia, i modelli di rating creditizio tradizionali sembrano avere limiti nell'identificare i segnali deboli della prima fase. L'evoluzione dei contesti competitivi, caratterizzati da elevata instabilità, richiede un approccio più avanzato e predittivo.
I limiti dei modelli di rating attuali
Nel corso degli ultimi 30 anni, le regole di Basilea hanno orientato le istituzioni bancarie verso l'adozione di modelli principalmente basati su variabili quantitative, concentrati su aspetti contabili e andamentali, rivolti al passato. Tuttavia, la complessità dei contesti attuali, caratterizzati da turbolenza e incertezza, impone una necessaria evoluzione di tali approcci.
Durante l'ultimo trentennio, le indicazioni scritte e la persuasione morale da parte di Banca d’Italia e BCE hanno guidato le banche nell'utilizzo di modelli basati su variabili predittive prevalentemente quantitative, focalizzate su indici di bilancio e misurazioni dell'andamento passato della relazione di fido, con valutazioni principalmente automatiche.
La crisi finanziaria del 2008 ha evidenziato la limitata efficacia predittiva di tali modelli. Innanzitutto, perché si rivolgono al passato, mentre il loro scopo, vale a dire la probabilità di default del cliente, è legato al futuro. Quando i valori di bilancio vengono elaborati, è mediamente trascorso quasi un anno dai fatti gestionali corrispondenti. Inoltre, è emersa la tendenza delle imprese, soprattutto di dimensioni minori, a ritardare l'emersione contabile dei propri squilibri economici per posticiparne il più possibile l'impatto negativo sul rating.
In secondo luogo, i modelli automatici si dimostrano incapaci di valutare in modo adeguato, se non in misura limitata, gli aspetti qualitativi della gestione e della governance aziendale. Questi aspetti includono la coerenza della strategia competitiva, l'efficacia dei comportamenti gestionali, la solidità dell'assetto organizzativo e la qualità dei piani industriali. Alla luce di tali limitazioni, si rende necessaria una riconsiderazione dei modelli attuali, orientando l'attenzione verso approcci più adattabili e predittivi che tengano conto della dinamica futura e degli elementi qualitativi cruciali per una valutazione completa e accurata del rischio finanziario.
L'importanza di modelli "forward-looking"
L'incremento esponenziale dell'incertezza nei contesti futuri e la rapida manifestazione delle crisi aziendali rendono fondamentale un approccio "forward-looking". I modelli di rating devono trasformarsi in sistemi "esperti" capaci di intercettare i segnali deboli del deterioramento aziendale con maggiore anticipo.
In un precedente intervento, è stato evidenziato il crescente peso dell'approccio forward-looking nella valutazione del rating bancario, in contrasto con l'approccio retrospettivo backward-looking. L'entrata in vigore del principio Ifrs 9 ha influenzato l'area creditizia delle banche, spingendole a adottare valutazioni prospettiche del merito creditizio, concentrandosi sulla capacità futura di generare cash flow adeguati. Oltre al Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, gli imprenditori sono incoraggiati a adottare strumenti come budget e piani di cash flow per una valutazione operativa sia retrospettiva che prospettica.
All'interno di questo contesto, l'Eba ha pubblicato nuove linee guida per gli istituti bancari. Questo organismo, operante nell'Unione europea dal 2011, ha il compito di sorvegliare il mercato bancario europeo, promuovendo regolamentazione e vigilanza prudenziale uniformi. Le linee guida iniziali miravano a fornire raccomandazioni e best practice per la concessione e il monitoraggio del credito, al fine di garantire solidità e stabilità al sistema finanziario europeo. La versione definitiva, pubblicata nel maggio 2020, introduce standard rigorosi con requisiti informativi e soglie di gestione per tutte le fasi del credito, con l'entrata in vigore progressiva dal luglio 2021 al giugno 2024. Queste linee guida indicano un impegno per prevenire la generazione di nuovi crediti deteriorati e promuovere la stabilità nel settore bancario europeo. Solo abbracciando un approccio più avanzato e predittivo, le istituzioni finanziarie saranno in grado di contribuire in modo più significativo alla gestione delle crisi aziendali nel new normal dell'instabilità economica.
Approccio “forward – looking” anche nei rapporti tra Imprese
Nell'era sempre più dinamica e interconnessa degli affari, l'approccio "forward looking" emerge come una prospettiva cruciale anche per il successo e la sostenibilità delle imprese. Questo approccio si estende ai rapporti interaziendali e definisce un nuovo paradigma per la collaborazione e la costruzione di partenariati.
Nel contesto dei rapporti tra imprese, questo approccio si traduce in una collaborazione improntata alla visione a lungo termine e in una mentalità proattiva, in cui le imprese non si limitano a reagire agli eventi, ma anticipano e plasmano il proprio destino. Ad oggi, le aziende non cercano solo fornitori o partner che soddisfino le esigenze immediate, ma cercano sinergie che possano evolversi e adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato.
Il monitoraggio e il controllo continuo di partner e clienti sono fondamentali per garantire una gestione efficiente e una presa di decisioni informate perché consente di identificare tempestivamente rischi, inefficienze e opportunità di miglioramento, fornendo all'azienda una base solida per il successo.
Un'informazione accurata e aggiornata costituisce il fondamento imprescindibile per l'avvio di qualsiasi rapporto commerciale. Tuttavia, la sicurezza di seguire attentamente l'evoluzione nel tempo di questa informazione è essenziale per garantire il successo continuato delle relazioni d'affari e la tranquillità necessaria a coloro che devono assumere decisioni di rilievo. Per questo motivo, i Servizi Pre-Fido di Business Defence integrano sempre il monitoraggio, combinando in modo dinamico i servizi di informazione commerciale. L'obiettivo è controllare costantemente nel tempo la valutazione originaria della posizione, soprattutto dopo la fase di evasione del report.
Attraverso il monitoraggio, vengono attentamente sorvegliati tutti i dati ufficiali e possibili variazioni di rischio, derivanti da informazioni ufficiose identificate durante le attività di redazione delle informazioni commerciali. Ogni variazione significativa che possa intervenire sulla posizione richiesta viene comunicata tempestivamente. In questo modo, si garantisce una gestione proattiva e informata, consentendo alle aziende di adattarsi prontamente alle mutevoli dinamiche del mercato e di mantenere relazioni d'affari solide e affidabili nel lungo periodo.
Fonte: Sole 24 Ore