L’estate ai tempi del Covid-19
In un Paese come l’Italia dove il turismo è uno dei settori economici più importanti, che più e prima di tutti ha subito le conseguenze economiche della pandemia e che meno e dopo tutti gli altri riuscirà a risollevarsi, è importante e necessario rivolgere una particolare attenzione al tema.
All'avvicinarsi del 4 maggio, data che dovrebbe dare inizio alla Fase 2, quella di graduale riapertura e necessariamente di convivenza con l'epidemia di coronavirus, gli italiani si chiedono se le vacanze estive saranno salve e se sarà possibile andare in ferie.
Saranno vacanze insolite quelle dell'estate 2020, ormai lo sappiamo. Di convivenza con il Coronavirus innanzitutto. Si tenderà a privilegiare il turismo di prossimità, sia per riscoprire e sostenere l'Italia, sia perché i lunghi spostamenti potrebbero essere complicati o addirittura vietati. E la parola d'ordine continuerà con ogni probabilità ad essere ‘distanziamento’.
Ma come andremo in vacanza? Quali soluzioni adotteranno gli stabilimenti balneari? Sono previsti dei voucher di rimborso in caso di impossibilità ad effettuare la vacanza? Soggiorneremo in casa o in hotel?
Sull’argomento estate ci sono ancora numerose incertezze.
C’è chi consiglia di aspettare a prenotare le vacanze come la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in quanto non si possono fare previsioni certe, c’è chi invece come il sottosegretario al ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Lorenza Bonaccorsi, assicura che andremo al mare con i dovuti accorgimenti.
Sul tavolo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, in vista del prossimo decreto di aprile, ci sono diverse ipotesi al vaglio, anche se niente è ancora certo.
Nel confronto dello scorso 14 aprile tra il Ministro Dario Franceschini, il Sottosegretario di Stato Lorenza Bonaccorsi, e gli assessori regionali per il turismo, si è discusso in particolare del ‘bonus vacanze in Italia’, da usare in sinergia ad altre proposte virtuose che stanno avviando hotel, campeggi, stabilimenti balneari e termali. L'obiettivo è lavorare d'anticipo per non compromettere completamente la stagione estiva, senza abbassare il livello di attenzione sul rispetto delle norme sanitarie.
Ma come andremo al mare?
Molto probabilmente al mare ci andremo, ma in sicurezza. In attesa di indicazioni dal governo, come sollecitato da Assobalneari Italia, alcune regioni come Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Abruzzo, hanno autorizzato gli stabilimenti balneari a iniziare dei lavori di manutenzione e sanificazione in vista della stagione estiva. Non mancano poi le ipotesi per affrontare la nuova situazione.
A proposito di distanziamento, si comincia a pensare a una riduzione del numero degli ombrelloni per aumentare le distanze l'uno dall'altro (probabilmente tra i 14 e i 16 metri). Sul tavolo anche l'idea di introdurre la prenotazione obbligatoria per gli stabilimenti, fasce orarie per gli anziani, la creazione di ombrelloni familiari per massimo 3 o 4 persone.
Negli ultimi giorni, in Romagna, è spuntata anche l'idea di proporre dei separatori in plexiglass per dividere ombrelloni e sdraio, ma è arrivato subito il parere contrario dei bagnini della Riviera Romagnola: chi va al mare e in spiaggia vuole sicurezza, ma anche libertà. E dunque come organizzarsi? È ancora tutto da decidere.
Cosa fare con le prenotazioni?
Sicuramente, quest'anno più che mai, torneranno utili le seconde case, per una vacanza in famiglia. Ma chi non avesse questa fortuna, come si deve comportare con gli alberghi, i bed and breakfast e altre strutture ricettive?
Gli alberghi possono proseguire la propria attività ma esclusivamente per le persone autorizzate a spostarsi secondo le previsioni normative vigenti: comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza, situazioni di necessità o motivi di salute. Le strutture turistico ricettive di varia tipologia come i bed and breakfast, gli hotel, possono proseguire la loro attività, previa comunicazione al prefetto della provincia ove è ubicata l’attività.
Chi ha già prenotato una vacanza in Italia ed è incerto sul futuro, non ha bisogno di disdire. Come sottolinea Federalberghi con la campagna di comunicazione "Non cancellare la vacanza, cambia la data", comprendendo il periodo di incertezza e disorientamento, gli albergatori sono a disposizione per concordare soluzioni alternative, senza incorrere in penalizzazioni o perdita della caparra. Il consiglio è di contattare la struttura ricettiva e, qualora fosse necessario, concordare un eventuale cambio data. Lo stesso può essere fatto in caso di future prenotazioni: accordarsi per una soluzione flessibile.
Quali previsioni per il futuro?
Per quanto le previsioni risultino difficili, considerando le tante variabili sul tavolo, il dottor Mauro Felletti, psicanalista e psicoterapeuta, prova a dare una risposta, e lo fa partendo da una certezza, "la spinta biologica": l'uomo ha la necessità di andare oltre le paure, a riappropriarsi dello spazio da esplorare.
La curiosità, l'istinto di conoscere ci porterà ad affrontare ancora nuove sfide, a muoverci a passo spedito dopo questo periodo di stasi. Ma con una consapevolezza in più: porremo più attenzione all'ambiente, saremo più sensibili e responsabili nei confronti della Terra. Da qui, anche un nuovo approccio verso il turismo e il viaggio. Ripartirà per primo il turismo interno, sull'onda dello slogan “Io resto in Italia”. Quello verso mete più lontane, invece, ripartirà più lentamente e privilegerà le mete che sapranno garantire sicurezza sanitaria.
È facile pensare, dunque, che il viaggiatore di domani cercherà Paesi e prodotti che gli assicureranno situazioni poco stressanti, poco affollate, ambienti sani, paesaggi intatti, pulizia, correttezza, servizi efficienti ed organizzati, rispettosi dell’ambiente.
Fonte: Il Sole 24 Ore/BD Business Defence