L'Euro Digitale: Sfide e Opportunità per il Sistema Finanziario Europeo

12 December 2023 IN Attualità
L'Euro Digitale: Sfide e Opportunità per il Sistema Finanziario Europeo

Prende forma concretamente l'idea dell' "Euro Digitale", la nuova valuta in fase di sviluppo da parte della Banca centrale europea (BCE), che potrebbe divenire un equivalente elettronico del contante nei prossimi anni. L'obiettivo principale è rispondere alla crescente diffusione delle criptovalute e offrire un'alternativa gratuita ai principali circuiti di pagamento, spesso di provenienza americana, come Visa e Mastercard.
Tuttavia, le banche sembrano essere le principali scontente di questa iniziativa, poiché durante la fase di consultazione dell'Unione Europea hanno sollevato circa 100 osservazioni, evidenziando i rischi del progetto.


Cos’è l’euro digitale e come funziona

L'euro digitale, come definito dalle istituzioni europee, sarebbe una valuta alternativa alle banconote fisiche, che consentirebbe a chiunque di effettuare pagamenti digitali nei paesi dell'eurozona. Il progetto attuale prevede l';uso di un'app gratuita, utilizzabile online e offline, che fungerebbe da portafoglio elettronico. Se implementato, l'euro digitale diventerebbe una nuova moneta accettata ovunque all'interno dell'eurozona, con la possibilità di convertire fisicamente un euro in un equivalente digitale e viceversa.

L'euro digitale, emesso dalla BCE e dalle banche centrali nazionali degli stati membri dell'UE, mira a favorire una rapida, gratuita e continua circolazione di denaro. Tuttavia, un report di Mediobanca riporta le preoccupazioni delle banche che vedrebbero un calo dei profitti tra il 5% e il 20%, principalmente dovuto a
minori interessi sui depositi e commissioni più basse sui pagamenti.


Vantaggi e svantaggi

La BCE e la Commissione Ue hanno sottolineato che l'euro digitale non sostituirà completamente il contante, ma mira a garantire l'accettazione e l'accesso alle banconote e alle monete in euro. Secondo la presidente della BCE, Christine Lagarde, l'euro digitale è essenziale per preservare l'integrità e la resilienza
del sistema di pagamento nell'area euro, nonché per promuovere l'innovazione e la concorrenza nei pagamenti al dettaglio. Inoltre, gli utenti potranno pagare 24/7 in modo istantaneo, anche senza avere l’accesso al web, purchè acquirente e cliente siano fisicamente vicini (euro digitale offline). Non sarà necessario avere un conto bancario, perchè si potrà pagare digitalmente comunque. Ciò andrà a beneficio dell’inclusione finanziaria e digitale, riducendo il digital divide.

Tuttavia, gli esperti di Deloitte mettono in guardia sui rischi di una rapida circolazione dell';euro digitale, sottolineando possibili effetti negativi sul sistema bancario e sulla privacy finanziaria.

Tra i vari svantaggi, una rapida circolazione dell’euro digitale potrebbe drenare fondi dalle banche, intaccando la loro raccolta e quindi innescando un credit crunch, ossia una chiusura dei rubinetti del credito. Inoltre, la conversione dei depositi in euro digitali potrebbe agevolare le corse agli sportelli in caso di crisi finanziarie. Un altro rischio è il mancato o basso utilizzo della CBDC europea, generando benefici inferiori ai costi sostenuti per lanciarlo.

Il lungo percorso fino al 2028 e i timori delle banche

La strada verso la realizzazione dell'euro digitale è lunga, con una fase di preparazione che dovrebbe durare almeno altri due anni, portando all'effettiva nascita della nuova valuta il primo gennaio 2028. Le istituzioni europee cercano di difendersi dalle criptovalute e dalle Big Tech, ma le banche temono che questa iniziativa possa portare a una disintermediazione nel sistema finanziario. La proposta di legge presentata dalla Commissione europea prevede alcune regolamentazioni, come un tetto massimo sui depositi e l'assenza di interessi sull'euro digitale, ma la questione della competizione e dei possibili impatti sulle banche rimane centrale.

La discussione continua, e la decisione finale sulla realizzazione dell'euro digitale dovrà passare attraverso il vaglio delle istituzioni dell'Unione europea.

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