M&A in corso tra i servicer. Piattaforma Npl Carige in dirittura d’arrivo, CAF e FBS sotto i riflettori

30 November 2017 IN Attualità
M&A in corso tra i servicer. Piattaforma Npl Carige in dirittura d’arrivo, CAF e FBS sotto i riflettori

C’è fermento in queste settimane tra i servicer di credito italiani. Il prossimo 5 dicembre è la data fissata per la cessione a Credito Fondiario spa del portafoglio Npl di Carige da 1,2 miliardi di euro e della piattaforma di servicing. La data è scritta a chiare lettere nel documento di registrazione dell’aumento di capitale e il passaggio di proprietà è considerata una condizione necessaria affinchè Credito Fondiario mantenga il suo impegno in relazione all’accordo di subgaranzia di prima allocazione sottoscritto con Equita sim. Il completamento dell’operazione di cessione del portafoglio sofferenze è previsto entro il 31 dicembre 2017, mentre quello della piattaforma di recupero entro il primo trimestre 2018 (si veda qui il Documento di registrazione). Nel frattempo, gli investitori che ormai danno per persa l’operazione Carige si stanno concentrando su altri possibili target. In particolare, sul mercato c’è CAF, il servicer romano comprato nel 2015 da Lone Star per una cifra si dice attorno ai 27-30 milioni e per il quale oggi il fondo, supportato dall’advisor Kpmg, punta a una valutazione di circa 8 volte l’ebitda visto quest’anno a 10-11 milioni (dopo i 6,3 milioni del 2016, si veda la tabella in pagina a fonte PwC pubblicata da MF Milano Finanza lo scorso ottobre), per un valore di circa 80 milioni. Sul mercato c’è anche il servicer milanese FBS, per il quale però non è partita un’asta. Sembra infatti che la famiglia Strocchi stia sondando il mercato, puntando però a una valutazione particolarmente importante: si parla di circa 10 volte l’ebitda, visto quest’anno attorno a 8 milioni (dopo i 7,3 milioni del 2016) e quindi anche in questo caso di circa 80 milioni. L’m&a dei servicer è particolarmente effervescente in Italia da un paio d’anni a questa parte (si veda altro articolo di BeBeez). L’ultima operazione riguarda quella condotta lo scorso maggio da Lindorff group-Intrum Iustitia, gruppo norvegese controllato da Nordic Capital e specializzato in acquisizione, gestione e recupero del credito non perfoming, che ha comprato l’italiana Gextra, società specializzata nei servizi di recupero crediti di piccole dimensioni e controllata da doBank, tramite Italfondiario. Lo scorso aprile, invece, Kkr ga annunciato l’acquisizione di Sistemia, servicer romano che gestisce crediti secured e unsecured in tutto il loro ciclo di vita e ha un forte focus sul mercato immobiliare. Mentre a marzo il fondo Usa Varde Partners ha siglato un accordo per rilevare per 47 milioni di euro il 33% della bresciana Guber.  Il mese prima, in febbraio, invece,  Bain Capital Credit ha comprato da Hypo Alpe-Adria Bank la Heta Asset Resolution Italia (Harit), i suoi 90 dipendenti e un portafoglio di asset da 570 milioni di euro lordi, composto principalmente da immobili rimpossessati e da contratti di leasing performing e non-performing. A dicembre 2016 il big europeo Arrow Global Group Plc, quotato al London Stock Exchange. ha acquisito l’italiana Zenith Service per 17 milioni di euro a fronte un fatturato atteso per il 2016 di oltre 11 milioni e di un ebitda di circa 3,2 milioni di euro. Nel novembre 2016 la polacca Kruk Group ha annunciato l’acquisizione dell’intero capitale del servicer italiano Credit Base International con sede a La Spezia e della sua controllata Elleffe Capital, che investe in portafogli di debito. Nel settembre 2016 Dea Capital  ha acquistato attraverso la controllata Dea Capital  Real Estate il 66,3% di Spc Credit Management, mentre prima ancora, in giugno di quell’anno Banca Sistema aveva invece ceduto alla norvegese Axactor il 15,8% del capitale sociale di CS Unionnel contesto dell’acquisto del 90% del capitale di CS Union da parte di Axactor. A maggio 2016 il gruppo norvegese, Lindorff (controllato da Nordic Capital) aveva comprato il servicer italiano Cross Factor, mentre nell’aprile dello stesso anno K.red (joint venture tra Bassilichi e Studio La Scala) aveva siglato un accordo per rilevare il ramo di azienda di Non Performing Loans spa in liquidazione, compresa la gestione di quattro portafogli per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro. Sempre in aprile Primus Capital aveva annunciato trattative esclusive per il 70% del capitale dello special servicer romano Centaurus Credit Recovery, ma poi in realtà la cosa non aveva avuto alcun seguito. Il tutto senza dimenticare che lo scorso luglio si è finalmente sbloccata la questione del passaggio di controllo di Juliet, la piattaforma di gestione di Npl del Monte dei Paschi. Nel novembre 2016, infatti, Cerved era riuscito ad aggiudicarsi la gara per Juliet, con tanto di accordo annesso per la gestione di un terzo degli npl lordi del gruppo bancario senese, cioè 9 miliardi di quelli che allora erano 27 miliardi lordi di npl da cartolarizzare e cedere in un’operazione che era stata strutturata contestualmente al progetto di ricapitalizzazione firmato Jp Morgan-Mediobanca, poi naufragato. Con lo stop a quel progetto, però, anche l’accordo di cessione della piattaforma Juliet era andato in soffitta. Solo lo scorso luglio, poi, c’è stata la svolta e, oltre a vedere risolto il tema della ricapitalizzazione della banca, la questione piattaforma Npl si è sbloccata, con Quaestio Holding che ha firmato un’esclusiva con Cerved per l’acquisizione congiunta di Juliet e per una partnership industriale per le attività di special servicing sui titoli della prevista cartolarizzazione di 26,1 miliardi di euro di Npl su un totale di 28,6 miliardi in portafoglio alla banca. E sempre lo scorso luglio doBank, il gruppo bancario nato dall’ex Uccmb e dall’integrazione con Italfondiario, controllato da Fortress, è sbarcato sul listino milanese. Mentre negli anni passati  il gruppo svedese Hoist Finance  aveva comprato il servicer romano Trc e il fondo statunitense Seer Capital aveva comprato Locam.

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