NPL: il peggio è alle spalle. In quattro anni volumi più che dimezzati.

27 December 2019 IN Mercati e Finanza
NPL: il peggio è alle spalle. In quattro anni volumi più che dimezzati.

Sta tornando alla normalità in Italia il mercato dei Non Performing Loans, ciò però non preclude la possibilità che il comparto delle sofferenze potrà, anche nel 2020, essere uno dei protagonisti del deals market.


Ecco le principali evidenze emerse dal rapporto annuale di PWC di dicembre:

 

  • Diminuzione dei Non Performing Loans da un picco di 341 miliardi a fine 2015 si è passati a 165 miliardi di giugno 2019.
  • Nello stesso periodo, grazie alle numerose operazioni di cessione si sono più che dimezzate le sofferenze, passate da 200 a 88 miliardi.
  • 200 miliardi di euro NPE lordi sono stati oggetto di cessione dal 2015 ad oggi, di cui circa 69 miliardi perfezionate tramite cartolarizzazione con GACS.
  • Complessivamente, il 2019 si attesterà a circa 38 miliardi di transazioni NPE.

 


In particolare i trend relativi al mercato degli Npe (Non performing exposures) sono frutto di un processo di evoluzione del mondo del credito deteriorato in Italia.


Le principali banche italiane prevedono un’ulteriore riduzione del Npe ratio lordo entro 2-3 anni; tale previsione potrebbe aumentare in caso di “jumbo deals”, grandi operazioni volte a dare soluzioni sistematiche al problema dello stock di NPE;


Ci si domanda cosa aspettarsi da un mercato che ha segnato il suo livello più basso degli ultimi 3 anni e che per la prima volta dal 2013 ha registrato un calo rispetto all’anno precedente.


Pier Paolo Masenza, Financial Services Leader di Pwc ritiene che possa offrire “più di quanto potrebbe sembrare”.


Il sistema bancario italiano sembra dunque aver superato il momento più critico, ma, nonostante ciò, le banche continuano ad avere obiettivi di deleveraging sempre più sfidanti e impegnativi. La ragione di ciò risiede anzitutto nello stock ancora elevato di sofferenze e UTP iscritti nei loro bilanci, che si riflette in un NPE ratio aggregato (8,7%) quasi tre volte superiore alla media UE (3%), e che, di conseguenza, rimane nel mirino del regolatore.


Gabriele Guggiola, Regulatory Deals Leader di Pwc, commenta: “Il rinnovo della Gacs continuerà a favorire la vendita degli Npl, così come dimostrato dalla significativa pipeline di operazioni in fase di strutturazione, a cui stanno lavorando alcuni primari istituti di credito italiani, mentre sempre più Sgr di nuova costituzione si stanno specializzando nell’acquisto e nella gestione di crediti Utp. D’altronde, l’appetito degli investitori per non-core e non-performing assets non manca”.


Le Sgr, insieme alle challenger banks, avranno un ruolo di primo piano nell’estrazione di valore dagli Utp, potendo far leva sulla possibilità di erogare nuova finanza senza particolari vincoli, nonché disponendo delle competenze necessarie per guidare le imprese in un percorso di profonda ristrutturazione, che possa condurle con successo a preservare la continuità aziendale. Da un punto di vista regolamentare, l’ultimo aggiornamento relativo al Calendar Provisioning ha esteso le tempistiche per la copertura integrale dei crediti deteriorati, da 2 a 3 anni per gli unsecured e da 7 a 9 per i crediti secured.


Senza dimenticare che gran parte dei 200 miliardi di NPL venduti dalle banche negli ultimi 5 anni deve essere ancora recuperata da servicer e investitori.


In questo contesto, si prevede una crescita anche del mercato secondario in termini di volumi di transazioni.

 

Fonte: Wall Street Italia

Seguici su Linkedin per restare aggiornato