Nuovo Domicilio Digitale

11 September 2017 IN Attualità
Nuovo Domicilio Digitale

Ecco i contenuti del decreto correttivo del Codice dell’amministrazione digitale (Cad), che fa parte della riforma Madia avviata nel 2015.

Ogni cittadino potrà ricevere in formato digitale (su Pec o servizio elettronico in linea con le regole Ue) ogni comunicazione e notifica, multe comprese, da parte della pubblica amministrazione.

La vecchia cassetta delle lettere va in pensione. E addio alle spese postali per i Comuni: ogni cittadino attraverso un «domicilio digitale», un indirizzo online certificato o un servizio elettronico di recapito in linea con le regole Ue, sarà raggiunto da ogni tipo di comunicazione e notifiche, multe comprese, da parte della pubblica amministrazione. Così tra cittadino e PA il rapporto sarà più trasparente e diretto.

Il documento ha superato, infatti, l’esame del Consiglio dei ministri che ha così voluto anticipare i tempi senza aspettare la piena funzionalità dell’Anagrafe unica della popolazione residente (Anpr). Il nuovo decreto legislativo, che corregge alcune parti del Codice dell’amministrazione digitale del 2016, farà risparmiare, secondo l’esecutivo, solo agli enti locali circa 250 milioni l’anno azzerando le spese postali per tutti coloro che posseggono la posta certificata (PEC) o l’identità digitale (SPID).

La nuova infrastruttura per le attività di manutenzione ed erogazione del servizio, costerà alle casse dello Stato 200mila euro per il 2018 e il 2019.

L'infrastruttura dovrebbe essere pronta entro l'anno per entrare a regime nel 2019 e prevede, oltre ai registri degli indirizzi delle imprese e delle PA già esistenti, l’elenco dei domicili digitali delle persone fisiche e dei soggetti privati in formato aperto e liberamente consultabile.

Il decreto mira nello specifico a rafforzare la natura di "carta di cittadinanza digitale" della prima parte del Codice, "concentrando in essa – scrive palazzo Chigi - le disposizioni che attribuiscono a cittadini e imprese il diritto a una identità e a un domicilio digitale, quello alla fruizione di servizi pubblici online in maniera semplice e mobile-oriented, quello a partecipare effettivamente al procedimento amministrativo per via elettronica e quello a effettuare pagamenti online". Il fine è inoltre quello di "garantire maggiore certezza giuridica in materia di formazione, gestione e conservazione dei documenti digitali" e accrescere il livello di qualità dei servizi pubblici e fiduciari in digitale.

È già possibile attivare il proprio domicilio con posta elettronica certificata o altro servizio elettronico di recapito in linea con le norme europee. Non solo la PEC, infatti, ma qualsiasi canale di comunicazione online che rispetti le norme europee in materia di sicurezza digitale, potrà costituire il domicilio digitale del cittadino. www.spid.gov.it/richiedi-spid

La portata non è di poco conto. Attraverso l'indirizzo elettronico, si potrà non solo comunicare con gli uffici delle pubbliche amministrazioni ma anche ricevere documenti e notifiche, incluse le multe.

Sarà in sostanza l'unico canale di comunicazione tra cittadino e stato.

Tutti i domicili digitali dei cittadini che aderiranno al nuovo servizio verranno raccolti in una sorta di indice realizzato dall'Agid.

Il decreto prevede anche l'introduzione di una nuova figura: il difensore civico per il digitale istituito presso l'Agid. Al garante, chiunque potrà presentare segnalazioni relativamente a presunte violazioni del Cad o delle altre norme in materia di digitalizzazione. Se il difensore le ritiene fondate inviterà il responsabile a rimediare subito e comunque non oltre 30 giorni.

 

Fonte: Corriere della Sera

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