Pregi e difetti del fondo Atlante
Creato per ridurre i crediti deteriorati, il Fondo Atlante salverà davvero le banche? Oggi parliamo del Fondo Atlante, il fondo d'investimento alternativo che servirà a sostenere le banche italiane nelle operazioni di ricapitalizzazione e a favorire la gestione dei crediti in sofferenza del settore. Il fondo è uno strumento gestito da una società privata, la Quaestio SGR del finanziere Alessandro Penati, ma la sua creazione è stata coordinata con il governo italiano e i principali gruppi finanziari del paese. È fresca del 21 aprile la notizia che il fondo ha raccolto adesioni per un importo di oltre 4 miliardi di euro, da parte di 44 istituzioni italiane ed estere che includono Istituti bancari ed assicurativi, fondazioni bancarie e Cassa Depositi e Prestiti. Il Fondo potrà accettare ulteriori impegni di sottoscrizione fino alla data del 28 aprile incluso. I lavori possono quindi avere inzio. Ad oggi sembra che il Fondo Atlante utilizzerà il 70% della sua dotazione per gli aumenti di capitale e il 30% per le sofferenze. Le prime operazioni che potrebbe favorire il Fondo Atlante sono quelle degli aumenti di capitale di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza. Poi sarà la volta di operazioni di cabotaggio inferiore, come quelle delle ricapitalizzazioni di Cassa di Risparmio di Cesena e Cassa di Risparmio di Rimini. Lodi e critiche Il Fondo Monetario Internazionale è stato fra i primi a reagire alla nascita del Fondo Atlante. Secondo l'istituzione guidata da Christine Lagarde, quella della creazione del veicolo è una bella notizia. Tuttavia il problema delle banche italiane con le sofferenze resta una questione decisamente rilevante. Diverso il parere del Financial Times, secondo il quale "la liquidità è insufficiente". La celebre rivista finanziaria sostiene, inoltre, che Atlante ripartirebbe il capitale in maniera illogica, prendendolo dalle banche grandi e ben gestite ed erogandolo a quelle piccole e inefficienti. Così facendo, c'è "il rischio di indebolire tutto il sistema bancario italiano". Diversi analisti finanziari italiani sostengono che le operazioni del fondo sono rischiose, poiché si basano su una sorta di scommessa. La speranza è che con l’aiuto del fondo gli aumenti di capitale abbiano successo e le banche, di cui il fondo diventerà in parte proprietario, tornino in salute, in modo da assicurare un guadagno all’operazione. Lo stesso discorso vale per i crediti deteriorati: la speranza è di acquistarli a un valore superiore a quello che il mercato è disposto ad offrire al momento, scommettendo sul fatto che con un po’ di pazienza sarà possibile ottenere dei guadagni anche dalla gestione di questi crediti difficili. Due sono gli scenari possibili: se l’operazione dovesse fallire, la cattiva situazione finanziaria delle banche aiutate si trasferirebbe al fondo e alle società che ci hanno investito, ovvero le parti al momento più sane del sistema finanziario italiano. Nella migliore delle ipotesi, invece, l’operato del fondo Atlante contribuirà a generare un effetto tranquillizzante sui mercati, rendendo più allettanti per gli investitori gli aumenti di capitale che dovranno essere compiuti nei prossimi mesi. Questa “messa in comune” dei rischi del sistema si preannuncia interessante e ricca di risvolti difficili da prevedere nella loro complessità. Continuate a seguirci sul blog e sul nostro profilo Linkedin per scoprire i prossimi sviluppi.