Sergio Mattarella: Presidente della Repubblica bis
Il nuovo e al contempo ex Presidente della Repubblica non ha bisogno di presentazioni, non tanto e non solo perché si è già avuto modo di apprezzare la sua figura e il suo operato, ma anche e soprattutto per l’adesione piena, totale e quasi liturgica al corpus dei valori costituzionali, che affonda radici profonde nella sua storia familiare e personale.
Biografia e attività politica
Nato il 23 luglio del 1941 a Palermo, è il quarto figlio di Maria Buccellato e Bernando Mattarella, parlamentare e ministro Dc, e fratello di Piersanti che prima di lui entrerà in politica, Mattarella è stato tra i protagonisti degli ultimi 40 anni di storia del Paese, maturando un’esperienza straordinaria nelle varie cariche istituzionali da lui ricoperte, diventando il primo Presidente della Repubblica siciliano.
Laureato in Giurisprudenza nel 1964 all’Università “La Sapienza” di Roma con il massimo dei voti e la lode, ha insegnato diritto parlamentare presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo fino al 1983.
Il 6 gennaio 1980 dovette affrontare un terribile lutto che lo segnerà per sempre: il fratello Piersanti, all’epoca presidente della Giunta regionale della Sicilia, venne ucciso in un agguato mafioso con sei colpi di pistola.
Negli anni successivi iniziò la sua carriera politica: nel 1983 Mattarella venne eletto deputato per la prima volta con la Democrazia Cristiana, poi per il Partito Popolare, per la Margherita e per l’Ulivo mantenendo la carica in Parlamento durante 7 legislature, fino al 2008.
Dal luglio del 1987 al luglio del 1989 è stato ministro dei Rapporti con il Parlamento del governo Goria. Di quegli anni sono la riforma dell’ordinamento della Presidenza del Consiglio e l’abolizione della ordinarietà del voto segreto in Parlamento. Dal luglio del 1989 al luglio del 1990 è stato ministro della Pubblica Istruzione (governo Andreotti VI), mettendo a segno la riforma della scuola elementare che introdusse il modulo dei tre maestri su due classi. Si dimette da ministro, con altri 4 esponenti della sinistra DC, contro la fiducia posta dal governo sul ddl Mammì sull'emittenza televisiva.
Nel corso della undicesima legislatura, fu relatore della legge di riforma della legge elettorale della Camera e del Senato, introducendo nel voto una forte componente maggioritaria sia pur mitigata dall’attribuzione del 25% dei seggi con il sistema proporzionale. Fu la legge a cui il politologo Giovanni Sartori diede l’appellativo (ormai storico) di ‘Mattarellum’ e che fu impiegata nelle elezioni fino al 2001.
A ottobre 1998 è stato nominato Vice Presidente del Consiglio nel governo D’Alema sino al dicembre 1999 quando è stato nominato ministro della Difesa, incarico tenuto fino alle elezioni del giugno del 2001. In quella fase l’Italia ha sviluppato una intensa presenza nelle missioni di pace dispiegate per iniziative delle Nazioni Unite ed ha contribuito significativamente alle operazioni di interposizione e mantenimento della pace in Bosnia-Erzegovina, Kosovo e nella ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.
Nel 2007 fu tra gli estensori del manifesto fondativo del Pd, ma con lo scioglimento anticipato della XV legislatura il 28 aprile 2008, non si ricandidò.
Nel maggio 2009 è stato eletto dal Parlamento componente del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, di cui è stato Vice Presidente, e in seguito abbandonò il Pd per preservare la sua indipendenza.
A ottobre 2011 è stato eletto giudice della Corte Costituzionale, poi l'elezione al Quirinale.
Tra i primi atti della sua presidenza ci sono la rinuncia alla pensione da professore universitario. Molti i momenti di crisi attraversati nei 7 anni, il primo fu nel 2016, all'indomani del Referendum costituzionale, quando Renzi si dimise da presidente del Consiglio per far posto a Paolo Gentiloni.
Uno dei momenti più delicati è stato però dopo le elezioni del 4 marzo del 2018, quando dopo molte vicissitudini si giunse all'incarico a Giuseppe Conte. Ma il 27 maggio Mattarella respinse la proposta della formazione del governo, a causa del nome ipotizzato per il Ministero dell'Economia, Paolo Savona e delle sue note posizioni anti europeiste.
Da quel momento la presidenza della Repubblica dovette affrontare praticamente una crisi ogni anno: nel 2019 con le dimissioni di Salvini e la nascita del Conte 2 con una diversa maggioranza; nel 2020 con l'arrivo della pandemia e le enormi conseguenze economiche e sociali che ha comportato. Nel 2021 una nuova crisi del Conte 2, innescata da Italia Viva, con il mandato conferito a Mario Draghi e la nascita del governo di emergenza nazionale.
In tutti questi momenti la guida di Mattarella, anche dal punto di vista di chi ci osservava dall'estero, è sembrata sempre un punto di riferimento fermo nel difendere l'interesse generale del paese.
Della sua vita privata si conosce poco. È stato sposato con Marisa Chiazzese deceduta il 1° marzo 2012 e ha tre figli: Laura, Francesco e Bernardo Giorgio.
L’elezione bis
Il bis, per la seconda volta nella storia repubblicana. Un plebiscito. Una richiesta corale del Parlamento, quella per Sergio Mattarella, che con 759 voti ed un lunghissimo applauso e standing ovation viene riconfermato presidente della Repubblica dopo l'elezione del 2015. Mattarella ha ottenuto il sostegno della quasi totalità dell'arco parlamentare incrementando di 94 voti il risultato della prima elezione (665 nel 2015) e diventando il secondo presidente più eletto, dopo Sandro Pertini (832), nella storia della Repubblica.
Questa vittoria rende felice il Paese: in ogni sondaggio degli ultimi mesi, quando Mattarella era incluso nella lista dei possibili presidenti, balzava immediatamente in testa, con Mario Draghi subito dopo. Oggi sono nuovamente uno al Colle, l’altro a Palazzo Chigi. Ed è appunto il motivo per cui ha vinto il Paese: la continuità, la stabilità sia nelle istituzioni, sia nella leadership dell’esecutivo sono il meglio che potesse capitare a noi cittadini in questo momento.
Quando pensiamo a Sergio Mattarella pensiamo a un grande uomo. Un uomo che ha conosciuto il dolore, che ha attraversato la Storia d’Italia e che ne è diventato protagonista, senza mai ricercare i riflettori, senza alcun narcisismo. Sempre misurato, ma sempre presente, sempre, solo e ancora al servizio del Paese.
"Muto le condizioni di vita, ma c'è qualcosa che rimane costantemente inalterato ed è il complesso di valori che danno senso alla vita e alla condizione umana: dignità della persona, il bene comune, il rispetto degli altri, la responsabilità verso coloro con cui viviamo lo stesso tetto. Questo complesso di valori è quello che la cultura aiuta ad individuare e a farlo proprio".
Sergio Mattarella
Fonte: WallStreetItalia/Business Defence