Smart Working: cos’è, a cosa serve e perché è importante per il business

12 December 2019 IN Attualità
Smart Working: cos’è, a cosa serve e perché è importante per il business

Da alcuni anni a questa parte nelle aziende italiane di piccole, medie e grandi dimensioni e nella Pubblica Amministrazione si sta diffondendo il fenomeno dello Smart Working, ovvero del cosiddetto ‘lavoro flessibile’. Ma di che cosa si tratta esattamente? Come funziona? E soprattutto quali sono i benefici?


Comprendere a pieno il significato dello Smart Working non è così semplice. In Italia, dopo l’entrata in vigore della Legge 81/2017 sul ‘Lavoro Agile’, se ne sente sempre più spesso parlare e l’attenzione verso questa modalità di lavoro ‘smart’ sta crescendo sempre di più. Secondo i risultati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano il 58% delle grandi imprese negli ultimi 2 anni ha già introdotto iniziative concrete in merito all’adozione di questa nuova tipologia di lavoro.


Ma che cos’è lo Smart Working? L’Osservatorio del Politecnico di Milano lo definisce “una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità,  autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.


Lo Smart Working quindi è un modello organizzativo che interviene nel rapporto tra individuo e azienda e che propone autonomia nelle modalità di lavoro a fronte del raggiungimento dei risultati, presupponendo il ripensamento ‘intelligente’ delle modalità con cui si svolgono le attività lavorative anche all’interno degli spazi aziendali dando vita a dei principi di personalizzazione, flessibilità e virtualità. L’assenza di vincoli orari o spaziali aiuta quindi il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e al contempo a favorire la crescita della sua produttività.


Un progetto di Smart Working è però un processo di cambiamento complesso che richiede di agire contemporaneamente su più leve e che deve partire da un’attenta considerazione degli obiettivi, delle priorità e delle peculiarità tecnologiche, culturali e manageriali dell’organizzazione. Bisogna comunque sempre tener presente che adottare lo Smart Working non vuol dire soltanto lavorare da casa e utilizzare le nuove tecnologie; quando si parla di Smart Working, infatti, non si fa riferimento al telelavoro, ma si tratta per lo più di un paradigma che prevede la revisione del modello di leadership e dell’organizzazione. Una delle leve più importanti sulle quali agisce un progetto di Smart Working è quella legata alle policy organizzative, ovvero le regole e le linee guida relative alla flessibilità di orario (inizio, fine e durata complessiva), di luogo di lavoro e alla possibilità di scegliere e personalizzare i propri strumenti di lavoro. 


Anche le istituzioni sono ormai consapevoli dell’importanza che ha oggi dare la possibilità ai dipendenti di lavorare in modo flessibile proprio in virtù degli effetti positivi riscontrati in termini di qualità di lavoro e di work-life balance.


Ma perché lo Smart Working conviene alle imprese?

Lo Smart Working, quindi, è una nuova dimensione del lavoro che, sfruttando la Mobility, la Unified Communication & Collaboration e il Social Computing, da un lato favorisce la produttività individuale e la continuità operativa dell’utente e dall’altro permette una significativa flessibilità rispetto al posto di lavoro. È importante, secondo questa visione di concezione del lavoro, restituire alle persone una maggiore flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari di lavoro e degli strumenti da utilizzare per svolgere le proprie attività lavorative.


Secondo Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, i benefici economico-sociali potenziali dell’adozione di modelli di lavoro agile sono enormi. Si può stimare un incremento di produttività del 15% per lavoratore, una riduzione del tasso di assenteismo pari al 20%, risparmi del 30% sui costi di gestione degli spazi fisici per quelle iniziative che portano ad un ripensamento degli spazi di lavoro e un miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata per circa l’80% dei lavoratori.


Le persone sono oggi pronte al cambiamento, complice anche la diffusione dello smartphone che consente di comunicare, lavorare e rimanere connessi in mobilità. Per le grandi imprese, quindi, l’obiettivo è quello di far superare allo Smart Working lo status di progetto per rendere tale approccio il nuovo modo di lavorare. 


Anche il nostro Direttore Generale Paola Marinacci ha lanciato un sondaggio interno chiedendo ai propri collaboratori se fossero favorevoli o contrari allo Smart Working dichiarando che per un prossimo futuro non esclude la possibilità di sperimentare questa nuova tipologia di lavoro in cui l’equilibrio fisico e mentale dei dipendenti e la loro soddisfazione diventa il vero valore che permette all’azienda di crescere e migliorare sempre di più.


Voi cosa ne pensate ?


Fonte: Lavoro.gov/Business Defence 
 

 

 

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