Truffe alle assicurazioni e falsi morti: sei arresti a Palermo e decina di indagati

Lo scorso 6 Ottobre sei persone sono state fermate dalla Polizia di Palermo nell’ambito di un’operazione denominata ‘Lazzaro’, su disposizione della Procura locale. Si tratterebbe di una presunta organizzazione criminale accusata di essere dedita alle frodi assicurative sulla vita che, secondo le indagini, mirava ad ottenere la liquidazione del premio con la falsa e prematura morte del contraente della polizza.
Le indagini hanno evidenziato un modus operandi strutturato e ben collaudato in ogni sua fase: dal reclutamento dei contraenti e dei falsi morti alla gestione e suddivisione dei proventi illecitamente ottenuti dalle compagnie assicuratrici truffate.
Seguendo il modus operandi del gruppo di criminali il soggetto, prescelto come il falso morto, contraeva una o più polizze assicurative sulla vita con diverse assicurazioni e corrispondeva pochissime rate mensili alla stessa; il beneficiario indicato in polizza poi produceva la documentazione attestante il falso decesso del contraente, otteneva l’intera somma prevista e la riconsegnava con prelievi di contante e/o accrediti su altri conti corrente, agli ideatori della truffa.
Le indagini hanno permesso di accertare la realizzazione di almeno 20 truffe assicurative, per un giro di affari di circa 2.700.000,00 di euro. A questi si aggiungono, inoltre, i premi assicurativi in procinto di essere liquidati a seguito della dichiarazione di morte di alcuni sodali, per un totale ammontante a circa 5.000.000,00 di euro.
La banda
I sei fermati a vario titolo per associazione a delinquere, falso, riciclaggio e autoriciclaggio erano soliti dividersi i ruoli e compiti.
Ai vertici dell’organizzazione 3 soggetti con precedenti penali, i quali muovevano le fila del sistema criminale posto in essere gestendo la fase propedeutica di scelta del soggetto da coinvolgere.
I tre spesso accompagnavano i ‘futuri morti’ per la stipula di uno o più contratti assicurativi, decidevano il momento in cui dovevano procedere con la dichiarazione di morte del falso defunto, curavano la fase di creazione materiale degli atti falsi da presentare alle compagnie che attestassero la morte del contraente e permettessero così la liquidazione del premio assicurativo e infine si occupavano della accensione di conti corrente da parte dei beneficiari per la ricezione del premio, determinando le quote associative da distribuire a seguito dell’ottenimento del premio assicurativo.
Agli altri tre componenti della banda, invece, spettava il compito di fungere in alcuni casi da beneficiari e in altri di impersonare i finti deceduti di alcuni contratti assicurativi. Si occupavano della fase di smistamento delle somme accreditate dalle compagnie assicuratrici attraverso innumerevoli movimentazioni di denaro e prelievo in contanti volti ad ostacolare la tracciabilità delle somme indebitamente ottenute.
Il modus operandi
L’associazione a delinquere aveva il suo quartier generale in alcuni parcheggi privati cittadini dove i capi reclutavano le persone a cui far stipulare le polizze vita e gestivano la falsa documentazione. L’intestatario della polizza doveva solo attendere la comunicazione dai capi di essere ‘morto’; al resto ci pensavano loro, dal pagamento delle prime rate delle polizze, alla comunicazione del decesso prematuro dell’assicurato, alla consegna della documentazione di morte, all’incasso del premio.
La falsa documentazione prodotta era sempre la stessa: il certificato di morte completo in ogni suo dettaglio, l’esibizione della scheda di bordo relativa all’intervento del 118 con l’indicazione precisa dei medici e del personale intervenuto che attestava il decesso, l’inserimento della Scheda Istat di morte con un numero di protocollo rilasciata dall’Unità Sanitaria Provinciale di Palermo, la relazione del medico curante corredata da timbro e numero di registro regionale.
Grazie a queste truffe la banda intascava milioni di euro che poi venivano investiti in attività lecite, la maggior parte delle quali, grazie alle indagini, sono finite sotto sequestro.
Gli errori della banda
Nell’elenco delle truffe organizzate dalla banda sgominata figurano anche delle pratiche non andate a buon fine, grazie alle quali la Procura ha potuto indagare e procedere con gli arresti.
Gli errori commessi appaiono a dir poco grossolani per un’organizzazione di questo tipo; in un caso, ad esempio, il gruppo avrebbe avuto troppa fretta e la polizza stipulata da una donna a favore di un’altra di circa 180 mila euro era andata in fumo in quanto la richiesta di liquidazione era avvenuta prima del periodo minimo di vigenza previsto dal contratto. In un altro caso, invece, la causa della finta morte per arresto cardiaco non era coperta da quella particolare assicurazione sulla vita che prevedeva il rimborso solo per decesso in caso di infortunio.
La frode assicurativa
La frode è la commissione premeditata di un reato grave che deve essere provata all’atto d'accusa davanti ad un giudice e ad una giuria in un tribunale penale.
Le frodi assicurative sono spesso erroneamente percepite come un reato senza vittime, ma non sempre è così. Mentre la stragrande maggioranza delle richieste di rimborso inviate alle compagnie di assicurazione sanitaria internazionale privata sono legittime, una piccola minoranza di persone inoltra richieste di rimborso fraudolente ed esagerate.
In ogni Paese la frode assicurativa costa alle compagnie assicurative una media di circa 200 milioni di euro l'anno, che finiscono per essere pagati dagli assicurati onesti.
Le compagnie di assicurazione sanitaria internazionale privata identificano ed esaminano quotidianamente i casi sospetti di frode assicurativa. Da un lato vi sono i casi gli assicurati, in difficoltà a causa di circostanze non contemplate dalle proprie polizze assicurative, alterano in modo fraudolento i dettagli delle proprie richieste di rimborso per ottenere un risarcimento dalla propria compagnia assicurativa. Dall’altro lato, i casi che coinvolgono bande criminali che hanno individuato le compagnie assicurative come un mezzo per finanziare le proprie imprese criminali.
La frode assicurativa è un reato e come tutti i reati deve essere fermato.
In quale modo le assicurazioni possono tutelarsi e difendersi?
Business Defence, nella fase precedente alla liquidazione del premio della polizza stipulata, al fine di supportare le compagnie assicurative nel controllo e nella verifica della veridicità dei dati forniti alla stipulazione del contratto e post mortem, ha ideato un processo di verifica dei dati che prevede degli step graduali.
Innanzitutto sarà necessario effettuare un Rintraccio Anagrafico e verificare se l’assicurato è deceduto e la data dell’evento. Qualora si riscontrino disallineamento dei dati è evidente che potremmo trovarci davanti ad un caso di truffa e potrebbe essere necessario procedere con ulteriori approfondimenti per appurare eventuali condotte illecite.
Business Defence, sulla base delle singole necessità e priorità delle compagnie assicurative, sarà in grado di formulare la proposta più consona alle loro esigenze, ideando e mettendo in pratica un processo utile a tutelare da una parte gli interessi delle assicurazioni e dall’altro a prevenire il reato di frode assicurativa.
Per informazioni scrivere a welcome@businessdefence.it
Fonte: Il Corriere/BD Business Defence