Mutui, cosa aspettarsi dal 2023?

17 January 2023 IN Attualità
Mutui, cosa aspettarsi dal 2023?

Con l’aumento del costo del denaro legato all’impennata dell’inflazione, il mercato immobiliare è destinato a incassare duri colpi nel 2023. L’impatto più immediato sarà un maggiore costo dei mutui, fattore già riscontrabile da diversi mesi e destinato a crescere ancora nella prima parte del nuovo anno.

Come ci siamo lasciati nel 2022?

Il 2022 è partito con tassi bassi e buon livello di domanda, sulla scia del 2021. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha cambiato lo scenario e ha generato uno stato di vulnerabilità economica diffusa. Questo ha fatto crescere sfiducia legata alle criticità su tutti i settori, dalla crisi energetica alle bollette in aumento, al caro benzina con impatto sul mercato del credito legato all’aumento dei tassi Bce. Nonostante all’inizio questo impatto sia stato limitato solo ai pochi mutui a tasso variabile, e ai mutui di nuova emissione, nel secondo trimestre dell’anno si è notato come invece le conseguenze si siano allargate anche al sentiment dell’utenza, impattando sulla domanda di immobili e di credito. 

L’anno si è concluso con la novità della Legge di Bilancio che ha previsto una norma sul passaggio dal mutuo a tasso variabile al mutuo a tasso fisso a costo zero. Misura rispolverata dopo un lungo periodo di tassi fissi ai minimi, durante il quale era caduta in disuso. Oggi, chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile cerca infatti di correre ai ripari, mentre coloro che non possono accedere ad altre soluzioni per varie ragioni possono quindi chiedere la rinegoziazione alla banca. Un’operazione che sarà ulteriormente assecondata da quest’ultime anche per una questione reputazionale, nel momento in cui il governo ha rimarcato questa possibilità.

Previsioni mutui 2023

Mentre il post pandemia è stato un periodo di boom per le compravendite immobiliari (ne abbiamo parlato qui), il nuovo anno per gli esperti sarà segnato da una contrazione del mercato a causa dell’impennata dei mutui, rispetto agli ultimi due anni. Nel 2023 l’acquisto di casa sarà più difficile perchè il mercato della casa è in transizione per le seguenti ragioni: scarsità di prodotto, prezzi non in ribasso, sia per l’inflazione in generale che per una stortura del mercato. I prezzi, infatti, dovrebbero scendere a causa della minore domanda di credito, ma la scarsità di prodotto mantiene alti i valori.

È improbabile, quindi, che i tassi scendano nel 2023 in quanto, le politiche di sostegno ai consumi, che i vari governi stanno attuando, continuano a mantenere alta la domanda, di fatto sostenendo i prezzi e quindi l’inflazione. Di conseguenza,  non svanisce la necessità da parte della Bce di tenere l’inflazione stessa sotto controllo aumentando i tassi. La cosa normale e che storicamente si è sempre verificata, quindi, è che finché ci sarà un'inflazione elevata, i tassi dovrebbero continuare a salire – non è certo fino a che punto - e che una volta che l'inflazione si sarà stabilizzata intorno al target del 2% fissato dalla Bce, l'Euribor dovrebbe restare al di sopra di esso, circa il 3%. In sintesi, lo scenario più probabile nel breve termine per il 2023 è che si continui a vedere un ulteriore aumento dei prezzi dei mutui nei prossimi mesi e che si possa dire addio a tassi negativi o inferiori all'1%.

Cosa conviene fare quindi? In questa fase il tasso fisso, intorno al 4%, è consigliabile perché consente di evitare ulteriori possibili rialzi attesi nei prossimi mesi. Se invece in futuro i tassi tornassero a scendere si può sempre utilizzare la carta della surroga.

Possibili scenari futuri

Per il prossimo biennio, si prevede una crescita continua dell’Euribor e dell’IRS, parametri dei finanziamenti variabili e a tasso fisso. Quest’ultimo ha triplicato il valore rispetto ai primi mesi del 2022. Dato il costo del denaro in crescita vertiginosa rispetto alle aspettative, non si prevedono scenari favorevoli per il 2023
Secondo l’ABI, l’aumento del costo del denaro dovrebbe arrivare al 3,5% a fine 2023 per poi stabilizzarsi nel 2024 intorno al 3%. L’inflazione, invece, salirà in media del del 5,5% nel 2023 e del 2,3% nel 2024.

L’ultimo rialzo del costo del denaro stabilito dalla Bce ha comportato un incremento dei tassi sui depositi pari a +2,5% a partire dallo scorso 21 dicembre, di conseguenza è possibile che a breve i mutui a tasso fisso siano addirittura meno costosi dei variabili. 


Fonti Skytg24/Idealista.it
 

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