Conti correnti: gli strumenti del Fisco per controllarli
Anno dopo anno il fisco affina gli strumenti a sua disposizione per controllare i conti correnti, e verificare che non ci siano discrepanze eccessive tra saldo e giacenza media.
Il fisco prosegue la sua lotta contro l’evasione fiscale utilizzando tecnologia e informatica che diventano fondamentali nel verificare eventuali anomalie e scorrettezze dei contribuenti nel versamento delle imposte. Infatti, oltre a poter controllare le dichiarazioni dei redditi, il fisco può anche verificare alcuni dati partendo dal conto corrente dei cittadini.
Si tratta di operazioni consentite ad oggi anche dal Garante della Privacy, purché utilizzate solamente per effettuare controlli su soggetti a rischio evasione fiscale. Negli ultimi anni, infatti, lo Stato ha introdotto diversi strumenti per verificare eventuali scorrettezze, in particolare Risparmiometro e Superanagrafe, e tramite modello Isee
Quando è considerata Evasione Fiscale?
Il fisco può controllare le entrate e le uscite economiche dei contribuenti, quando si trovano in una situazione di evasione fiscale. Nel termine evasione fiscale rientrano numerose situazioni, le più frequenti corrispondono a:
- Omessa presentazione della dichiarazione dei redditi
- Errata dichiarazione dei redditi
- Mancato pagamento delle imposte
- Attività sommersa
- Frode fiscale
Le situazioni meno gravi, prevedono che il contribuente venga avvisato dall’Agenzia delle Entrate o dall’ente di Riscossione, dell’esistenza di uno o più debiti con il fisco non saldati, che possono trasformarsi anche in cartelle esattoriali. Tramite strumenti come il ravvedimento operoso, è possibile rimediare per tempo. In casi più gravi il soggetto diventa perseguibile per legge.
Verifiche sui conti correnti indicati nel modello Isee 2023
Il nuovo e ultimo modo con cui il Fisco può controllare il conto corrente dei contribuenti è tramite il modello Isee. Già dal 1° gennaio 2020, con l’avvio della Dsu precompilata in via sperimentale, sono partiti i controlli sui conti correnti dichiarati dai contribuenti.
Nello specifico, le verifiche del Fisco si sono concentrate su saldo e giacenza media di conti correnti, libretti postali e depositi. La novità è stata comunicata dall’INPS tramite il messaggio numero 96 del 13 gennaio, con il quale l’Istituto ha fornito le istruzioni per la compilazione della DSU precompilata ai fini Isee.
Il Fisco cercherà omissioni e difformità riguardanti il valore del patrimonio mobiliare complessivo del nucleo familiare, tramite controlli più specifici. Finora, l’incrocio dei dati verificava solo se i conti correnti dichiarati corrispondevano a quelli presenti l’archivio, dal 1° gennaio 2020, invece, sono iniziate le verifiche anche sulle cifre.
Controlli sui conti correnti: il Risparmiometro e Superanagrafe
Risparmiometro e Superanagrafe sono gli altri due strumenti principali con cui il Fisco riesce a effettuare controlli sui conti correnti di Persone Fisiche e Giuridiche. Grazie a questi due strumenti l’Amministrazione finanziaria riesce a contrastare in modo più efficace l’evasione fiscale.
Il risparmiometro, conosciuto anche come Evasometro, è un algoritmo con cui il Fisco verifica la coerenza tra i risparmi presenti sul conto corrente e i redditi dichiarati allo Stato, prendendo in considerazione anche gli anni precedenti oltre all’anno fiscale corrente.
Il controllo scatta se dall’analisi di questi dati dovesse risultare uno scostamento del 20% tra entrate e uscite sul conto corrente.
In generale, i controlli vengono effettuati a seguito di operazioni che muovono importi superiori ai 5mila euro, come ad esempio i bonifici effettuati per l’acquisto di auto e immobili, così come per il trasferimento di denaro all’estero. Soggette a verifiche anche le entrate, dal momento che dovranno essere giustificati i versamenti che prevedono somme elevate. Per i prelievi in contanti, invece, non ci sono controlli. Tuttavia, qualora gli importi prelevati siano superiori ai 5mila euro potrebbe scattare un controllo antiriciclaggio.
L’altro strumento utilizzato dal Fisco è la cosiddetta Superanagrafe. Si tratta di un database in cui sono contenuti sia i dati dell’Agenzia delle Entrate sia quelli della Guardia di Finanza. Il risultato è quindi la messa a disposizione del Fisco di un’enorme mole di dati, che comprendono:
- saldo del conto corrente a inizio e fine anno
- movimenti di entrata e uscita
- giacenza media
La Superanagrafe è stata usata in via sperimentale sulle società già nel 2018, e da agosto 2022 viene usata per effettuare controlli anche sui conti correnti delle persone fisiche.
Quando il fisco rileva movimenti sospetti
In caso di movimenti sospetti il contribuente dovrà fornire le dovute giustificazioni di fronte alle autorità. Prima di accusare il contribuente, però, l’Agenzia delle Entrate ne deve verificarne le motivazioni con un contraddittorio preventivo. Il contribuente riceverà una convocazione da parte di un funzionario del Fisco, durante il quale dovrà giustificare le anomalie.
Il contribuente dovrà quindi essere in possesso di tutta la documentazione necessaria per dimostrare che non sono avvenute attività illecite. L’onere della prova grava, quindi, su di esso. Le prove portate saranno valutate dal funzionario e nel caso in cui queste non siano convincenti ne potrà seguire un controllo specifico con il quale verrà messa in luce la situazione.
E se è il contribuente a cercare un conto corrente?
Insomma che sempre più dati ed informazioni fossero nell’occhio del grande fratello dell’agenzia delle entrate è noto ormai da tempo, ma invece ci si chiede se “io” privato cittadino o azienda vanto un credito nei confronti di un terzo posso reperire informazioni sul conto corrente del mio debitore?
La risposta è sì, è possibile rivolgendosi a società munite di apposita Licenza Investigativa che, attenzione, è ben diversa dalla licenza per le Informazioni Commerciali.
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Fonte: Money.it – BD Business Defence